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Piemonte, è pronta l'ordinanza: dal 15 febbraio si torna sulle piste da sci, ma solo con capienza al 30%

La Vialattea però, riaprirà solo dal 20

Da lunedì 15 febbraio, se il Piemonte resterà in zona gialla, si tornerà sulle piste da sci. Ma in numeri ridotti: “Domani (oggi, giovedì 11 febbraio, ndr) firmeremo per l’autorizzazione della riapertura degli impianti sciistici piemontesi con una capienza del 30% - hanno affermato il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio e l’assessore regionale allo Sport Fabrizio Ricca -. Ci auguriamo a breve, compatibilmente con la situazione epidemiologica, di poter portare al 50% il provvedimento".

Dunque, è immininente il via alla stagione amatoriale dello sci, già pesantemente compromessa dall'emergenza sanitaria e dalle conseguenti restrizioni e si spera di poter portare al più presto la capienza degli impianti, dal 30 al 50% per tentare di andare incontro anche alle esigenze dell'intero settore. Sulle montagne olimpiche infatti l'incertezza regna sovrana e sui vari comprensori la riapertura difficilmente sarà uniforme. C'è infatti la necessità di testare gli impianti qualche giorno prima della riapertura effettiva e manca il personale.

Riaperture scaglionate

La Vialattea, dove gli impianti aperti potranno essere in linea di massima 3 o 4 a Sestriere, un paio a Salice d'Ulzio e a San Sicario, ha già annunciato che si scierà solo a partire dal 20 febbraio. Un peccato, considerando che la settimana entrante è anche quella delle vacanze di Carnevale, soprattutto per gli studenti. Da Bardonecchia, sulla riapertura, si attendono notizie ma la Colomion ha iniziato la preparazione di piste e impianti , sono in funzione i mezzi battipista ed è ripresa anche la produzione di neve dove è richiesto.

L'amministratore delegato Nicola Bosticco, rassicura clienti e operatori sulla determinazione della società ad aprire piste ed impianti di risalita a partire dalla data indicata dalle istituzioni: “È importante - ha commentato -che finalmente la voce del mondo dello sci sia stata ascoltata. Stiamo portando avanti da tempo, in diverse sedi, la possibilità di una riapertura in sicurezza degli impianti di risalita. Il protocollo messo a punto dalle Regioni è basato su di un grande lavoro di squadra che vuole tenere insieme la priorità sanitaria, ma anche la difesa del lavoro dell’economia locale".  Resta anche il problema del blocco di spostamenti dalle regioni: qualora il divieto dovesse permanere, i flussi turistici in montagna sarebbero esigui.
 

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