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Cuorgnè, il pronto soccorso non riapre perché mancano i medici

Secondo ASL e Regione non sarebbero garantiti i criteri di sicurezza e continuità

Mancano i medici e così il pronto soccorso di Cuorgnè non può riaprire. È quanto sostenuto dall'assessorato alla sanità della Regione Piemonte che ha spiegato in una nota che mancherebbero i requisiti di sicurezza e continuità. Questa mattina, giovedì 30 giugno, si è tenuto un incontro tra l'assessore Icardi e il direttore generale dell’Asl To4, Stefano Scarpetta, durante il quale si è discusso del tema. 

"A oggi, la non riapertura non è frutto di una mancata volontà, ma è esclusivamente connessa alla disponibilità di personale medico specialistico la cui carenza è purtroppo diffusa a livello nazionale, soprattutto nelle aree più periferiche", si legge in una nota diffusa dall'assessorato alla sanità piemontese. 

ASL e Regione hanno spiegato che sono state bandite due gare di servizi per acquisire il necessario personale medico specialista per il pronto soccorso e per la sala gessi, oltre a numerosi concorsi finalizzati al reclutamento di medici strutturati, ultimo dei quali per ortopedici. Non sono stati però sufficienti per reperire il personale sanitario necessario. 

RSA e personale infermieristico

Intanto sempre questa mattina, giovedì 30 giugno, e sempre l'assessorato alla snità della Regione Piemonte ha stabilito che fino al 31 dicembre 2022 infermieri e oss assunti dal sistema sanitario regionale potranno rimanere in distaccamento presso le RSA. 

"Con questo provvedimento", spiega l’assessore Icardi, "diamo ulteriore continuità all’attività di supporto nei confronti delle RSA, prolungando fino a fine anno la possibilità che un infermiere od operatore socio-sanitario, all’atto di assunzione presso un’Azienda sanitaria regionale già occupato in una struttura residenziale per anziani, venga contrattualizzato e al contempo continui a prestare servizio presso la residenza sanitaria assistenziale. È importante venire incontro alle necessità delle strutture sanitarie e socio-sanitarie private, e in particolare quelle residenziali per anziani, disabili, minori, psichiatriche e delle dipendenze, che costituiscono nodi fondamentali della rete territoriale attraverso i quali vengono garantiti i livelli assistenziali".
 

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