rotate-mobile
Giovedì, 25 Aprile 2024
Attualità Centro / Piazza Castello

Sanità piemontese, oltre 3300 precari con contratti in scadenza: l'allarme di Cgil, Cisl e Uil

Venerdì 25 marzo saranno tre le iniziative di protesta a Torino

Tremila e trecento persone con il contratto in scadenza entro i prossimi tre anni e liste d'attesa interminabili che inevitabilmente tenderanno ad allungarsi ancora. Questa è la fotografia drammatica che immortala il sistema sanitario piemontese, dopo due anni di pandemia, e per cui scatta l'allarme di Cgil, Cisl e Uil.

Le iniziative del 25 marzo

Venerdì 25 marzo ci sarà infatti una giornata di mobilitazione a Torino con tre presidi: uno davanti alla Prefettura, l'altro dinnanzi alla Regione, sempre in piazza Castello, al quale parteciperanno anche i lavoratori dell'Asl To3 cui non sono stati pagati gli straordinari effettuati durante la pandemia, e l'altro ancora di fronte all'ospedale Molinette della Città della Salute. "E intendiamo non fermarci chiamando ognuno alle proprie responsabilità: Cirio deve delle risposte. Se siamo arrivati alla situazione attuale è perchè negli anni scorsi non c'è stata un'adeguata programmazione" ha detto Gianni Cortese, segretario Uil Piemonte.

Un dramma se il covid dovesse di nuovo alzare la testa

Una delle preoccupazioni principale è quella dei contratti in scadenza: delle 3300 persone, 1374 sono infermieri di cui 257 con il contratto in scadenza nel 2022, 483 nel 2023 e 634 nel 2024; 816 Oss, di cui 684 in scadenza quest'anno e 132 l'anno prossimo; 1014 amministrativi tutti in scadenza nel 2022, così come i 100 tecnici sanitari.  "Queste persone hanno oggi una sorta di diritto acquisito - ha commentato Alessio Ferraris (Cisl) - visto che negli scorsi 24 mesi hanno tamponato, negli ospedali e nelle strutture sanitarie, una situazione più che critica. Il 25 marzo ci sarà una prima giornata di lotta e andremo avanti fino a che la situazione non si risolverà e per questo è necessario rivedere i tetti di spesa. Nel timore che il covid alzi di nuovo la testa, stando ai numeri degli ultimi giorni, non vorremmo trovarci con una carenza di personale che allora a questo punto sarebbe drammatica". 

Agire sul Decreto Calabria

Senza contare che il Piemonte, così come quasi tutte le regioni italiane a esclusione forse di Lombardia e Veneto, rischia il commissariamento: a livello nazionale il buco è di 5,5 miliardi e si spera che lo Stato intervenga in qualche modo.  Si attendono dunque risposte dalla Regione e dal governatore: se il problema esiste anche in ambito nazionale, non è detto che qualcosa non si possa fare già a livello regionale. "Le nostre categorie non verranno lasciate sole - ha detto Giorgio Airaudo (Cgil) - e per farsi valere alla Conferenza delle Regioni, il presidente Cirio deve dare il via alla stabilizzazione. Può farlo agendo sul Decreto Calabria che permetterebbe di alzare il tetto di spesa del 10% alla voce 'personale'".

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Sanità piemontese, oltre 3300 precari con contratti in scadenza: l'allarme di Cgil, Cisl e Uil

TorinoToday è in caricamento