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Attualità Centro / Via del Carmine, 14

Torino intitola una piazza a Franco Antonicelli: due giorni di eventi

La piazzetta a lui dedicata, fra due palazzi juvarriani, dove oggi sorge il centro culturale Polo del '900 

A distanza di 45 anni dalla sua scomparsa, la città di Torino celebra la figura di Franco Antonicelli con una piazza a lui dedicata. Venerdì 15 novembre, ore 10.30, la piazzetta incorniciata dall’esedra dei palazzi juvarriani di Via del Carmine, dove oggi sorge il Polo del ‘900, verrà intitolata a Franco Antonicelli, in una cerimonia ufficiale alla presenza delle istituzioni cittadine.

Per l’occasione, il Polo del ‘900 e Patrizia Antonicelli, figlia dell’intellettuale torinese, propongono due giornate di appuntamenti (15/16 novembre) nel ricordo dell’uomo, del fine letterato e del politico Franco Antonicelli, uomo d’azione e d’intelletto, distintosi per la tenace lotta antifascista quanto per l’instancabile impegno in ambito culturale.

Alla cerimonia di intitolazione intervengono Chiara Appendino, Sindaca della Città di Torino; Francesco Sicari, Presidente del Consiglio Comunale di Torino; Massimo Guerrini, Presidente della Circoscrizione 1; Sergio Soave, Presidente della Fondazione del Polo del ‘900 e Patrizia Antonicelli, figlia di Franco Antonicelli. “Non credo ci sia luogo più adatto, in Torino, per ricordare un uomo come Franco Antonicelli – dichiara Sergio Soave, presidente della Fondazione Polo del ‘900 -. Qui infatti, al Polo del ‘900, vivono e lavorano proficuamente ben 4 Fondazioni culturali che devono la loro esistenza alla sua intuizione e al suo assiduo contributo di intellettuale antifascista, di militante politico, di scrittore, di polemista coraggioso".    

Patrizia Antonicelli: “Mi rende felice sapere che mio padre ritorni nella sua Torino, in un luogo che lo abbraccia e in cui si sentirà a casa. C’è molto da fare per raccogliere la sua eredità e trasmetterla alle giovani generazioni. È grazie al Polo del ‘900 che oggi tutto questo sta diventando realtà”. Dopo la cerimonia, seguono alcuni appuntamenti. Alle 12, venerdì 15 novembre, lezioni recitate con "L’inesorabile determinazione a vivere e migliorare il presente" di Leonardo Casalino con Diego Coscia; produzione Compagnia Marco Gobetti. 

Eventi in programma sabato 16 novembre

Sabato 16 novembre, alle 10 al Polo del ‘900, Festa grande per Franco, con musiche e canzoni a cura di Primule rosse; reading di brani e poesie di Claudio Dughera; registrazioni sonore e video a cura di Paola Olivetti - Archivio Nazionale Cinematografico della Resistenza. Segue, ore 11.30, il convegno La scoperta delle carte con Patrizia Antonicelli; Carlotta Cernigliaro; Patrizia Pellegrini; Diego Guzzi, in un’intervista di Paolo Morelli (Corriere della sera – Torino). Le iniziative si concludono, alle 14.30, con una tavola rotonda con Paolo Borgna; Manfredo Montagnana; Luciano Boccalatte; Bruno Quaranta su impegno politico e culturale di Antonicelli.
Gli appuntamenti dedicati a Franco Antonicelli sono realizzati grazie al contributo di Patrizia Antonicelli, in collaborazione con il Polo del ‘900; con il sostegno del Consiglio Regionale del Piemonte e del Comitato della Regione Piemonte per l’affermazione dei valori della Resistenza e dei principi della Costituzione repubblicana.

Franco Antonicelli

Franco Antonicelli (15 novembre 1902 - 6 novembre 1974) è stato un uomo di cultura dai molteplici interessi. Nato a Voghera, trascorre l’infanzia in Puglia. Poi si trasferisce con la famiglia a Torino, dove frequenta il liceo classico Massimo D’Azeglio, allievo di Augusto Monti, e poi si laurea in Lettere e in Giurisprudenza con Gioele Solari. Antifascista, nel 1929 viene imprigionato per aver firmato una lettera in solidarietà a Benedetto Croce, di cui resterà amico per tutta la vita. Nel 1935 una retata della polizia fascista colpisce anzitutto il gruppo di «Giustizia e libertà», ma vengono arrestati anche Vittorio Foa, Giulio Einaudi, Cesare Pavese, Norberto Bobbio e lo stesso Antonicelli, condannato a tre anni di confino ad Agropoli. Nel frattempo diventa insegnante di lettere, precettore del piccolo Gianni Agnelli, giornalista, editore indipendente. L’impegno antifascista si intensifica a partire del 1943 e alla Liberazione Antonicelli è Presidente del CLN piemontese. Torna quindi alle sue molteplici attività: giornalista (fonda il quotidiano liberale «L’Opinione» e collabora con «La Stampa»), editore (nel 1947 pubblica con la sua De Silva Se questo è un uomo di Primo Levi), critico letterario, poeta, autore di teatro, dirigente RAI e presidente dell’Unione Culturale. Attento guardiano della memoria antifascista, nel 1968 viene eletto come indipendente nelle liste del partito comunista al Senato, dove si occuperà anzitutto di diritti, cultura e università. Alla sua morte alcuni tra i suoi amici più cari lo ricorderanno così: per Alessandro Galante Garrone fu un uomo «inesorabile: aggettivo che assumeva in lui un forte timbro morale. Per Bobbio «un letterato colto e raffinato, uno scrittore elegante, suasivo, affascinante, signore del gesto, del ritmo e del discorso, della precisione dell’eloquio».

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