Peste suina, per combattere l'epidemia il Piemonte dovrebbe abbattere 50mila cinghiali in un anno

Il Piemonte ha chiesto al Governo di stanziare 100 milioni di euro per tutte le aziende che avranno ripercussioni economiche negative dovute alla peste suina. Ad annunciarlo è stato Luigi Icardi, assessore alla Sanità della Regione Piemonte. Intanto gli esperti stanno lavorando per definire il perimetro della 'zona infetta'. 

"Stiamo procedendo con il monitoraggio a tappeto delle carcasse di cinghiale su tutto il territorio piemontese", ha spiegato Icardi, "A oggi, abbiamo campionato in Piemonte 65 cinghiali, 12 dei quali, tutti nella “zona infetta”, sono risultati positivi al test della Peste Suina Africana". 

Per la Regione Piemonte in questo momento la priorità, ha spiegato sempre l'assessore, è definire con la migliore precisione possibile l’effettiva area di circolazione del virus. Una volta individuata la 'zona infetta' verrà avviato l'abbattimento dei suini allo stato brado e familiari, mentre non verrà effettuato alcun intervento sugli allevamenti convenzionali.

"Tra oggi, sabato 22 gennaio, e domenica nella 'zona infetta' saranno impegnate oltre 500 persone per setacciare palmo a palmo l’intero territorio alla ricerca di carcasse animali", ha continuato Icardi che poi ha aggiunto, "A febbraio, non appena sarà definito con esattezza il perimetro di delimitazione della zona infetta, verranno avviate le operazioni di depopolamento dei cinghiali all’esterno dell’area. Secondo le indicazioni del Piano nazionale per l’eradicazione dell’epidemia, si stima che in Piemonte andrebbero abbattuti in un anno circa 50 mila cinghiali".

Intanto martedì 25 gennaio a Roma è previsto un incontro tra il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio, il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti per presentare al Governo il piano degli interventi interregionali elaborato in collaborazione con le organizzazioni agricole.