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Coronavirus, gli albergatori torinesi: "Perdite per 4 milioni nel ponte di Pasqua"

Un danno economico di grandi proporzioni

Gli albergatori di Torino lanciano l'allarme. Alla vigilia del ponte di Pasqua, in questa prolungata emergenza da Covid-19, tirano le somme e fanno il punto sui mancati incassi. La perdita di fatturato per gli imprenditori del turismo, stimata da Federalberghi Torino, ammonta a circa 4 milioni di euro - per il periodo che va da venerdì 10 a lunedì 13 aprile -  nella solo capoluogo piemontese.

Il confronto con il 2019 evidenzia ancora di più lo stato di profonda crisi del settore. Nell’aprile dello scorso anno, mese di Pasqua, la percentuale complessiva di occupazione delle camere si aggirava attorno al 75% con un picco dell’80-85% tra il venerdì Santo e Pasquetta. Attualmente invece, la percentuale di occupazione delle camere si attesta all’1% ormai da qualche settimana.

Una situazione drammatica

Il week-end di Pasqua, primo fra i ponti primaverili, è notoriamente uno dei periodi più interessanti per il comparto turistico. Il clima si fa gradevole e la gente approfitta dei giorni di festa per spostarsi e visitare, soprattutto la città. Quest'anno però, nonostante le previsioni meteo buone, non sarà così a causa della misure restrittive per contenere il contagio. 

"Il nostro settore - spiega Fabio Borio, presidente di Federalberghi Torino - ha iniziato a scontare gli effetti della pandemia già dal 23 febbraio, quando i casi di contagio erano ancora pochi.  Purtroppo i dati relativi alla Pasqua e ai ponti primaverili rivelano le enormi proporzioni e l’elevata drammaticità di un’emergenza senza precedenti, non solo dal punto di vista sanitario, ma sempre più anche per i risvolti economici e sociali".

Con l'estensione, stabilita dal Decreto ministeriale, della zona protetta a tutto il territorio nazionale, quasi il 50% delle strutture ricettive torinesi hanno optato per la chiusura temporanea, per limitare i costi di gestione. 

"Chiediamo un supporto concreto"

"Per quanto ci riguarda  - prosegue Borio - le camere d’albergo non sono un prodotto che si può tenere in magazzino per essere venduto a emergenza finita: le presenze perse in questo periodo sono perse per sempre e gli imprenditori si trovano di fronte a una carenza totale di liquidità perché non ci sono introiti e non ci saranno per molto tempo. Per questo abbiamo chiesto e continuiamo a chiedere misure concrete di supporto alla categoria. Come potremo versare contributi e tasse se non incassiamo?"

Nelle scorse settimane, numerose strutture alberghiere si erano messe a disposizione delle istituzioni per l'emergenza sanitaria, qualora servissero ulteriori zone di isolamento per i soggetti positivi asintomatici al Coronavirus.

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