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In ospedale a Chivasso pazienti positivi al covid con quelli negativi, "ma è stato solo per tamponare l'emergenza"

La denuncia del Nursind che parla di "scelta azzardata e pericolosa"

Pazienti positivi al covid positivi insieme con quelli negativi nella terapia intensiva coronatica dell'ospedale di Chivasso. A denunciarlo, a luglio 2022, è il sindacato degli infermieri Nursind per voce del segretario provinciale Giuseppe Summa, che sostiene che oggi la pratica sia stata estesa ad altri reparti del presidio sanitario. "Rispetto ai precedenti periodi estivi - attacca Summa, che dice di avere chiesto un incontro urgente all'Asl To4 -, il numero di pazienti covid positivi è aumentato. Fortunatamente si tratta di forme non gravi, ma che allo stato attuale vanno comunque isolati. La commistione di pazienti positivi e negativi è una scelta azzardata e pericolosa. Infatti, la possibilità che si sviluppino focolai all’interno dei servizi e dei presidi ospedalieri è pressoché certa, tenuto conto che molti reparti non sono adatti a garantire spazi adeguati all’isolamento dei pazienti e difficilmente le strutture ospedaliere potranno garantire percorsi puliti, oltre al fatto che se il personale sanitario nei reparti non sarà incrementato, si complicherà la gestione, non priva di rischi, dell’area sporca e quella pulita". 

In una nota l'Asl To4 precisa che "l’attivazione di posti letto covid all’interno dei reparti 'free' è stata determinata da un improvviso picco di iper-afflusso di pazienti positivi presso i dipartimenti di emergenza e accettazione, con necessità immediata di ricovero a fronte della saturazione temporanea dei posti letto nei reparti covid dedicati. Le direzioni mediche ospedaliere con i reparti interessati, verificata l’impossibilità di ampliamento immediato dell’area covid presso i Dea, hanno identificato alcuni pazienti, selezionati per assenza di sintomatologia covid, ma con presenza solo di positività, che sono stati collocati in apposite aree identificate nel rispetto delle normali misure di protezione già note e adottate, sempre a tutela della prevenzione di ulteriori focolai. Non si è trattato, quindi, di una scelta organizzativa definitiva ma di un'azione di risposta a una criticità temporanea. Eventuali rimodulazioni organizzative, ove necessarie, saranno oggetto, a fronte di un quotidiano monitoraggio dell’andamento pandemico, di opportuna informazione e confronto".

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