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Pronto soccorso strapieni, un paziente deve aspettare due ore e mezza in ambulanza nella camera calda dell'ospedale Gradenigo

Periodo di forte pressione, con influenza e covid che si sommano alle normali patologie

Un italiano di 90 anni, sottoposto a ossigenoterapia, ha aspettato circa due ore e mezza, dalle 11,30 alle 14, a bordo di un'ambulanza prima di essere accettato nel pronto soccorso dell'ospedale Gradenigo di Torino ieri, sabato 15 gennaio 2022. A causa del sovraffollamento di questo e, a quanto pare, anche degli altri punti di prima emergenza, l'unica scelta è stata realizzare una sorta di posto aggiuntivo nella camera calda, a bordo del veicolo gestito dagli operatori della Croce Reale di Venaria. A un certo punto, quando la bombola dell'ossigeno stava per esaurirsi, il personale dell'ospedale ne ha portata anche un'altra piena.

"È una situazione legata a un sovraccarico frequente in questo periodo dell'anno per le influenze e in particolare in quella fascia oraria - spiegano da Humanitas, che gestisce il Gradenigo -. Fortunatamente la situazione non è mai stata critica per il paziente, mentre il principale disagio, questo sì, è stato per gli operatori dell'ambulanza". Paradossalmente quest'anno il problema del sovraffollamento è più frequente rispetto allo scorso, quando la gente non si recava nei pronto soccorso se non per situazioni gravissime. La sommatoria della normale influenza e del covid ha fatto il resto, portando i punti di primo intervento della zona a una situazione di saturazione che poi è migliorata nel corso del pomeriggio.

Walter Candela, responsabile della Croce Reale, chiede però un intervento per risolvere situazioni del genere: "Quanto accaduto al Gradenigo mi ha lasciato perplesso - dice -, reputo assurda questa attesa inerminabile. Inoltre, tenuto conto che il signore era positivo al covid e abbiamo dovuto sanificare il mezzo, per noi si è trattato di un fermo durato complessivamente quattro ore e mezza. È una cosa inammissibile, la politica deve farsene carico. Si consideri anche che per ogni servizio un'associazione come la nostra ha un rimborso di 26,9 centesimi più quello di 80 centesimi al chilometro".

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