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Murales 'sconci' a Parco Dora: il vero significato dell'opera raccontato da chi li ha disegnati

Il progetto era nato per parlare di nudo artistico e sessualità

"L'obiettivo non era sconvolgere, ma alimentare un dibattito intorno alla sessualità", a dirlo è Marco Cirulli l'artista che il 28 e 29 maggio scorso ha radunato a Torino sedici artisti di tutte le età per sviscerare in libertà sui muri di Parco Dora il tema del nudo artistico, del body positive e del sex positive. Un progetto che però ha fatto molto discutere dopo la segnalazione che Emanuel Cosmin Stoica della 'Consulta per le persone in difficoltà' ha fatto alla polizia municipale. 

Il problema? I murales realizzati sui muri di Parco Dora erano osceni. "Mi dispiace per quel che è accaduto", spiega Cirulli, "L'obiettivo non era sconvolgere nessuno. Ho letto che molti si sono soffermati sul fatto che i graffiti fossero visibili ai bambini. Voglio dire che durante la realizzazione dell'evento i bambini erano quelli più contenti, perché non contestualizzano ed erano divertiti. Chi guarda con malizia sono gli adulti. Parte dei nostri obiettivi era quello di insegnare che un corpo nudo è normale, che siamo fatti tutto allo stesso modo, anche se diversi". 

Così per l'ennesima volta il sesso si è trasformato in un tabù del quale si deve parlare a bassa voce e che non può essere affrontato a viso aperto. Confermando in qualche modo la bontà, almeno nell'intento, del progetto di Cirulli. "In parte abbiamo raggiunto un obiettivo che era quello di far discutere", spiega l'artista, "Il vero obiettivo del progetto è legato all'inclusività. Abbiamo trattato il tema partendo dall'anatomia umana, che si può vedere nei libri di scienze, fino ad arrivare al body positive, al sex positive e alla concezione della sessualità in modo naturale e ironico senza considerarla un tabù o un qualcosa di volgare. In tanti ambiti è già sdoganato questo concetto, ma nell'arte pubblica, almeno qui, è più complicato".   

Quando ha letto delle polemiche cosa ha pensato? "Ho pensato che ci si è soffermati su un dettaglio di un complesso di cose. Ci si è soffermati su un'opera, che è quella della ragazza legata, realizzata da un ragazzo di 18 anni che per la prima volta si è approcciato al tema del nudo. Guardando il complesso delle opere si capisce che c'è un messaggio più grande che si vuole trasmettere e che non si tratta solo di dipingere per essere volgari". 

Le polemiche sono la conferma che il tema della sessualità è ancora un tabù? "Sì, invece quello poteva essere un punto di partenza. Abbiamo fatto suonare una campana, adesso vogliamo provare a esprimere il pensiero originale del nostro progetto. Tante persone così potrebbero capire meglio quel che abbiamo fatto". 

Quale potrebbe essere il prossima passo? "Abbiamo scelto il Parco Dora perché ha anche muri effimeri che già questo fine settimana sono stati coperti. È la funzione di quello spazio e non si era pensato di fare nulla di indelebile. Quel progetto può essere un esempio anche per altre persone che supportano la tematica e che sono a favore di quello che vogliamo trasmettere. Magari potrebbero fornire un altro spazio per eseguire un nuovo evento simile con esperti che possano anche parlare di sessualità, sex positive, body positive e nudo artistico". 
 

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