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Il Museo Egizio si trasforma in vista del bicentenario: il progetto, gli eventi e tutte le novità

Nuovi spazi e allestimenti e tante iniziative per le celebrazioni

Il 2024 sarà un anno da festeggiare per il Museo Egizio di Torino. L'importante istituzione culturale celebra infatti i suoi primi 200 anni e lo fa dando il via a una nuova stagione di trasformazione, non solo da un punto di vista architettonico, ma anche sotto il profilo dell’allestimento e della ricerca archeologica.

Il nuovo volto del Museo il cui progetto è a cura di David Gianotten e Andreas Karavanas, dello studio Oma (Office for Metropolitan Architecture) di Rotterdam, sarà presto una realtà: per i lavori che prenderanno il via l'anno prossimo - e che, riassumendo in breve, prevedono l'allestimento di un giardino egizio nella corte coperta, una nuova sala immersiva all’interno del Museo, il restauro e riallestimento del Tempio di Ellesija e della Galleria dei Re - è stato considerato un investimento da 23 milioni di euro.

“Celebrare i 200 anni del Museo - hanno spiegato, la presidente del Museo Egizio, Evelina Christillin il direttore, Christian Greco -, non è solo un esercizio di memoria, ma significa anche programmare il futuro. Il progetto architettonico di Oma nasce sulla scorta di nuova visione di Museo, più articolato e multiforme: ente di ricerca, luogo inclusivo, spazio in cui, come recita l’articolo 3.2 della Costituzione italiana, si lavora per abbattere gli ostacoli che impediscono il pieno sviluppo armonico della persona. L’idea di coprire la corte nasce quindi dalla volontà di creare una nuova agorà, che sia restituita alla collettività e, al contempo, rendere fruibile gratuitamente il Tempio di Ellesija donato dall’Egitto all’Italia".

Cosa prevede il progetto

Il centro di gravità del Museo Egizio più antico al mondo si sposta, dunque, nella corte del palazzo barocco del Collegio dei Nobili, che si trasformerà in una nuova agorà, su due livelli, piano terreno e piano ipogeo, coperta da una struttura trasparente in vetro e acciaio. Si tratta di uno spazio aperto gratuitamente, di fatto di un ampliamento del Museo e di Accademia delle Scienze, che avranno a disposizione circa 975 metri quadrati in più. Un luogo in cui conviveranno un giardino egizio, un bookshop nel porticato, che sarà nuovamente aperto verso la corte, una caffetteria, la biglietteria e l’info point del Museo e dell’Accademia delle Scienze.

Tre gli ingressi all’Egizio in futuro: non solo da via Accademia delle Scienze, ma anche da via Duse e da Via Maria Vittoria. Mentre la corte coperta diventerà il centro nevralgico da cui il visitatore potrà partire liberamente alla scoperta dei 12mila reperti antichi in esposizione, senza seguire un percorso preordinato.

Dalla corte si potrà accedere direttamente al Tempio di Ellesija, il più antico tempio rupestre della Nubia, che approdò a Torino nel 1966. A seguito della costruzione della diga di Assuan, il Museo Egizio fu chiamato a contribuire alla campagna per il salvataggio dei tempi della Nubia, che rischiavano di essere sommersi dalle acque del lago Nasser. Il governo egiziano decise di donare all’Italia il tempio, in segno di gratitudine per la partecipazione del nostro Paese all’operazione di salvataggio: il reperto, dopo una complessa operazione di trasporto e ricostruzione all’interno del Museo Egizio, fu presentato a Torino alla presenza delle autorità italiane ed egiziane nell’autunno del 1970.

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A distanza di oltre mezzo secolo il Museo Egizio, nell’ambito del rinnovamento per il bicentenario, sceglie di offrire alla collettività la visita gratuita del tempio. Sempre dalla corte si accede al piano ipogeo, dove grazie a un progetto all’avanguardia con l’Istituto Italiano di Tecnologia di Genova nascerà una nuova sala immersiva. Il visitatore dal centro di Torino verrà trasportato virtualmente in Egitto, all’interno del paesaggio, una quarta dimensione in cui appassionati e studiosi potranno ricontestualizzare la collezione del Museo e immergersi in atmosfere lontane, nel tempo e geograficamente. E poi ancora, tra i progetti che prenderanno il via nel 2024 c’è il rinnovamento della Galleria dei Re: lo statuario sarà oggetto di un riallestimento filologico che lo vedrà immerso nella luce naturale; attraverso le finestre che verranno riaperte si potranno intravedere gli elementi dello statuario.

Un'apertura verso il mondo

Alla base di questa evoluzione verso un Egizio più trasparente e permeabile alla comunità scientifica e alla collettività, c’è l’idea di un museo come laboratorio della contemporaneità, in cui la storia, l’archeologia e la ricerca, siano sì uno strumento per preservare il passato e la memoria, ma anche una sorta di lente di ingrandimento sull’oggi e su un patrimonio condiviso che ci permette di sentirci parte di un’unica collettività.

Il Museo Egizio dunque, come spiegano ancora Greco e Christillin "si è aperto al mondo, ha cambiato costantemente la sua offerta espositiva, ha studiato nuove strade e ricette per raccontare non solo la cultura materiale, ma anche la storia nascosta dei reperti e della civiltà dell’antico Egitto. Per il bicentenario abbiamo deciso di riflettere sul ruolo dell’Egizio: è un luogo di conservazione o di distruzione? Cosa gli manca a 200 anni dalla fondazione? È a partire da questi interrogativi che vedrà la luce il nuovo Museo”.

Un progetto che potrà realizzarsi grazie al sostegno finanziario del Ministero della Cultura, Accademia delle Scienze, Fondazione Compagnia di San Paolo, Fondazio Crt, Regione Piemonte, Comune di Torino insieme ad altri sostenitori per i progetti che riguardano il bicentenario: Alpitour, Camera di Commercio di Torino, Consulta di Torino, Ferrovie dello Stato, Intesa Sanpaolo, Lavazza, Reale Mutua.

Gli eventi per il bicentenario

Numerosi i progetti che già da quest’anno hanno accompagnato la riflessione sul futuro dell’Egizio e dei musei in generale e che traghetteranno il museo verso le celebrazioni. In questo solco si inserisce il ciclo di incontri dal titolo “What’s a Museum?”, ideato e condotto dal direttore dell’Egizio, Christian Greco, una sorta di laboratorio, di brainstorming internazionale, per immaginare l’evoluzione dei musei, sulla scorta delle best practice mondiali.

A Torino sono approdati e approderanno i direttori delle maggiori istituzioni museali mondiali. Il prossimo appuntamento, l’ultimo del 2023, il 9 novembre, vedrà protagonista il direttore del Museo del Prado di Madrid, Miguel Falomir Faus, museo che proprio recentemente è stato oggetto di un profondo cambiamento. Mentre il primo appuntamento del 2024 sarà il 17 gennaio: è atteso a Torino Taco Dibbits del Rijksmuseumdi Amsterdam.

Ma prima del 2024, dal 28 novembre al 1° dicembre 2023 sono attesi a Torino fisici, antropologi, filosofi, sociolinguisti, archeologi, paleopatologi, esperti del patrimonio, curatori, museologi e neuroscienziati, provenienti da tutto il mondo per un confronto internazionale dal titolo “Im/materialities, Museums between real and digital”. Esperti provenienti dal Massachussets Institute of Technology, all’Università di Oxford, dal Cern e da diversi atenei italiani faranno il punto sulle tecnologie digitali al servizio dei musei e della ricerca archeologica.

Il bicentenario dell’Egizio avvolgerà l’intera città con iniziative anche al di fuori del Museo. Il Comune di Torino aprirà il 2024 proprio all’insegna del bicentenario del Museo, con il Concerto di Capodanno che vedrà protagonista l’Egizio. In piazza Castello il 1° gennaio 2024 sarà l’Orchestra Filarmonica di Torino, con un grande concerto e installazioni video a inaugurare simbolicamente le celebrazioni del bicentenario del Museo Egizio. L’Orchestra Filarmonica di Torino, diretta da Giampaolo Pretto, eseguirà composizioni di Mozart e Verdi.

L’evento sarà trasmesso in diretta televisiva su Sky Classica HD, diretto da Paolo Marenghi, e sarà presentato da Paolo Gavazzeni, direttore artistico del canale, insieme alla conduttrice Alba Parietti.Tra le novità imminenti c’è poi la riapertura al pubblico del terzo piano del Museo, che non sarà più dedicato alle mostre temporanee, ma ospiterà in maniera permanente la Galleria della Scrittura, 600 metri quadrati dedicati alle lingue e alle scritture dell’antico Egitto, geroglifici, ma non solo.

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