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Claudio Pizzigallo

Giornalista

Lingotto

L'editore no vax che abbandona il Salone del Libro di Torino e il dibattito che vorremmo sui vaccini

Il cervello umano tende per sua natura a semplificare e incasellare pensieri e fenomeni complessi all'interno di schemi mentali già noti: questa non è un'opinione, è un dato di fatto che ci riguarda tutti.

Da quando la pandemia di covid-19 ha stravolto il mondo, a fatti molto difficili da comprendere per chiunque non sia un esperto di virologia abbiamo quindi risposto cercando risposte alla nostra portata. E da quando la campagna di vaccinazione è arrivata alla fase attuale, con relativo discorso sul green pass, è scoppiato un vero e proprio pandemonio di opinioni sul tema. A cui tutti, in qualunque modo la pensiamo, abbiamo reagito semplificando per capire, spesso però esagerando. 

Facciamola breve (o semplice): chi è favorevole a vaccini e green pass pensa che chi vi si oppone sia sempre un povero ignorante che si fa prendere in giro da gente che di scienza non ne sa niente; chi è contrario a vaccini e green pass pensa che chi è favorevole sia per forza un pecorone che fa tutto quello che gli dicono senza riflettere.

Ma le cose non stanno così, e a ricordarcelo oggi è arrivata la comunicazione di UNO Editori, casa editrice torinese che ha comunicato la rinuncia al Salone del Libro in programma a ottobre.

Nell'immaginario dei sì vax, chi sta dall'altra parte non può essere che un semianalfabeta che crede alle bufale di siti dai nomi improbabili tipo "noncielodicono". E così, sui social è tutto un prendere in giro coloro che rifiutano il vaccino, dipingendoli come una massa di ebeti del web.

Dall'altra parte, chi si rifiuta di vaccinarsi (o chi critica il green pass pur avendolo) tende immancabilmente a immaginare i vaccinati come dei polli di allevamento, privi di qualunque spirito critico e capacità di dubbio, vittime dei poteri forti che ci vogliono privare delle nostre libertà fondamentali. 

Il caso degli editori che rinunciano ai guadagni dal Salone del Libro dimostra benissimo che le cose non stanno così. E sia chiaro, chi scrive queste righe è convinto che sarebbe cosa buona e giusta se tutte le persone che possono farlo (cioè chi non ha malattie che li esentano) si vaccinassero al più presto, e che quanto prima iniziassimo con le terze dosi.

Però... però non è certo deridendo chi la pensa diversamente che li si convince a vaccinarsi. Perdere la pazienza è legittimo, ma proviamo a metterci nei panni altrui: quand'è stata l'ultima volta che qualcuno ci ha fatto cambiare radicalmente idea con sfottò e prese in giro? Forse mai...

Mettiamo pure il caso che un nostro familiare, amico, conoscente si opponga al vaccino per ignoranza: se vogliamo bene a queste persone e desideriamo convincerle a cambiare idea, la cosa da fare è guadagnare la loro fiducia con calma e pazienza. Non a caso, sempre più ricerche internazionali dimostrano che i medici di famiglia hanno un ruolo fondamentale nel convincere gli indecisi. 

Se poi la persona che vogliamo persuadere è istruita, colta, ma titubante per chissà quali ragioni, deriderla come se fosse idiota avrà l'unico effetto di radicalizzarne le posizioni. Piuttosto, meglio affrontarla a muso duro ma senza guardarla dall'alto in basso; o addirittura, meglio non intervenire per non esacerbare gli animi.

Alle persone di UNO Editore quindi non possiamo fare altro che augurare il meglio, pur senza condividerne le posizioni. Con la speranza che possano cambiare idea, se qualcuno di cui loro si fidano avrà la pazienza di provare a convincerli. Ma senza insulti, per piacere...

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