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Lunedì, 29 Maggio 2023
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È morto Frate Mitra, si infiltrò nelle Brigate Rosse e ne fece arrestare i capi

Fu religioso per breve tempo della sua vita, ai processi ebbe il coraggio di testimoniare

Silvano Girotto, frate francescano noto anche come Frate Leone o Frate Mitra, è morto a Torino giovedì 31 marzo all'età di 82 anni. Era noto per essersi infiltrato nelle Brigate Rosse e per avere consentito l'arresto, l'8 settembre 1974 a Pinerolo, di Renato Curcio e Alberto Franceschini, leaders del gruppo terroristico armato, e per essersi presentato in aula a testimoniare contro di loro. Era nato a Caselle Torinese e da tempo era affetto da un male incurabile.

La sua fu una vita avventurosa. Fu ordinato prete nel 1969 a Torino dopo un passato nella Legione Straniera in Algeria (da cui disertò per protesta contro la pratica di torturare i prigionieri algerini) e dopo un periodo trascorso in carcere per un furto. Lo stesso anno della sua ordinazione sacerdotale contribuì a sedare la rivolta nelle carceri Nuove di Torino facendo il mediatore, quindi chiese ai suoi superiori di essere inviato come missionario nel Terzo Mondo. 

Si trasferì così prima in Bolivia, partecipando alla guerriglia, e poi in Cile, dove si trovò nel 1973 quando avvenne il colpo di Stato in cui prese il potere il dittatore Augusto Pinochet a spese del presidente eletto democraticamentre Salvador Allende. Anche allora partecipò ai tentativi di resistenza popolare, venendo ferito dai militari. Poi si rifugiò nell'ambasciata italiana, venendo rimpatriato a fine novembre assieme a un gran numero di profughi politici cileni che come lui avevano cercato rifugio nella sede diplomatica.

Durante la sua latitanza armata in Sud America venne espulso dall'ordine francescano nello stesso anno, tramite un decreto emesso dalla curia provinciale dell'ordine dei frati minori di Torino. Proprio a quel periodo risale il soprannome di Frate Mitra. In Bolivia conobbe la donna che diventò sua moglie e che gli diede due figlie. Tornato in Italia, lavorò come operaio alla Amplisilence di Robassomero, dove fu anche eletto sindacalista e fece parte del consiglio di fabbrica. In seguito lavorò per qualche anno come capo tecnico impiantista negli Emirati Arabi Uniti e poi nello Yemen, per tornare infine in Italia nel 1981 e stabilirsi a vivere e lavorare in una grande azienda alberghiera.

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