La notte di venerdì 14 gennaio 2022 è morto, all'età di 87 anni, Enrico Boffa, storico militante della Democrazia Cristiana di Rivoli che nel 1975, quando era direttore del personale della Singer di Leini (che contava 2.200 dipendenti), fu gambizzato dalle Brigate Rosse nel garage di casa; i terroristi gli fecero anche una foto con la pistola puntata alla tempia e un cartello al collo. Dopo l'accaduto divenne vicepresidente nazionale dell'Associazione vittime del terrorismo. A Rivoli per 12 fu poi presidente dell'Università della terza età.

I ricordi di chi lo ha conosciuto

"Mio padre, Enrico Boffa, ieri sera ci ha lasciati - scrive il figlio Pierantonio -. Nel dolore del momento, siamo confortati dall'affetto di tutte le persone che lo hanno conosciuto e ne hanno apprezzato l'altissimo impegno civile. Ciao papà, buon viaggio". "Un uomo per bene, con il garbo, la gentilezza di quella generazione - ricorda Nino Boeti, ex sindaco di Rivoli ed ex presidente del consiglio regionale del Piemonte -. A Rivoli fece diventare l'Unitre il polo culturale più importante della città. Addio Enrico, grazie della tua stima e della tua amicizia che ho ricambiato con tutto l'affetto possibile. Oggi Rivoli è più povera, più sola senza di te". Anche la sezione cittadina dell'Anpi lo ricorda: "Enrico era un uomo mite, generoso, di grande valore intellettuale, autore tra l'altro di saggi originali, in tema di formazione e di direzione delle risorse umane. Ha trascorso la sua vita professionale in ruoli aziendali molto importanti, a capo delle direzioni delle risorse umane di grandi aziende. La grave disavventura del suo ferimento è diventata occasione per il suo impegno civile contro la violenza politica. Grazie al suo impegno, è stato posato un cippo nel centro della città a ricordo delle vittime di quei tragici momenti che hanno segnato drammaticamente la storia del nostro Paese".