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Il mondo dello spettacolo torinese è in lutto: è morto Andrea Murchio, attore e regista di Ciriè

Aveva solo 49 anni ed è stato colto da un malore. Lascia la compagna Alessia Olivetti, con lui nel lavoro e nella vita

Un malore prima di iniziare a giocare una partita di tennis tra amici a Lagnasco, nel Cuneese, si è portato via, venerdì 23 dicembre 2022, Andrea Murchio, attore e regista di Ciriè, fondatore e direttore artistico di Mirabilia Teatro. I funerali si sono celebrati nella mattinata di oggi, lunedì 26, a Frosinone e la salma è stata tumulata a Ferentino, località di cui era originario. 

Nel 2010 Murchio era stato insignito del premio nazionale La Ciociara, nel 2015 del Città del Leone. Era stato votato miglior regista al Galà Internazionale del Cinema di Venezia nel 2017 e al German United Film Festival di Berlino 2018. Infine, nel 2019 la sua web-serie 'L'uomo nuovo' aveva vinto la sezione cinema del concorso nazionale dell’Oniros Film Awards di Saint-Vincent.

Il ricordo della sindaca Loredana Devietti

"Mi piace ricordarti così, Andrea, mentre reciti, in uno dei tuoi tanti momenti di teatro con cui ci hai fatto vivere tante emozioni - scrive la sindaca di Ciriè, Loredana Devietti -. Ha abbandonato la scena, come ha scritto bene qualcuno. Siamo sgomenti. Ciriè ha ospitato tantissimi spettacoli di Andrea e la Città Di Cirié è stata orgogliosamente partner, tra le tante collaborazioni, della sua produzione 'L’uomo nuovo'. Tutta la nostra vicinanza e il nostro affetto all’amica Alessia Olivetti, partner sul palcoscenico e nella vita, in questo momento tristissimo".

I ricordi degli amici

"Ho perso un amico - scrive Cesare Marinacci -, una persona cara, un compagno di giovinezza e di speranze. Andrea Murchio ci ha lasciati improvvisamente; un grande attore, innamorato dell’arte, della musica, della bellezza e della sua città che non aveva mai abbandonato pur operando da tempo principalmente altrove. Un curriculum luminoso quanto meritato, ottenuto con passione e sacrifici, con una dedizione ed una costanza invidiabili. Era un ottimista Andrea, Murx per gli amici, una persona straordinaria, profonda ma sorridente, curioso e trascinante, autoironico e tenace, un puro. In lui che stava percorrendo una carriera di assoluto prestigio, mai si avvertiva l’autocompiacimento dell’artista affermato ma sempre l’entusiasmo di un novizio; si discuteva di temi complessi, come quelli che spesso affrontava nei suoi lavori, ma anche si scherzava del più e del meno, così lievemente sapeva cambiare registro, e mi stupiva la sua semplicità nell’affrontare le situazioni più accidentali, anche nella realtà, con quella bravura e disinvoltura che mostrava sul palco.
Non ci vedevamo spesso ma non ci eravamo mai persi di vista ed anche da lontano sapeva farmi partecipe di un grande entusiasmo vitale ed artistico, specialmente negli ultimi anni. Con Andrea mi trovavo, anche scherzosamente, a ricordare tanti piccoli particolari, tanto lontani nel tempo quanto vicini nel cuore; quei momenti che seppur lievi rendono intensa l’esistenza: la luce che colpisce il nostro liceo nelle sere d’estate, il biglietto che da ragazzini dovevamo inventare per quella fanciulla… Di come fosse passato da una innocente bicicletta ad una fiammante Red Rose che tutti gli invidiavamo, le pizze al Cavallino; di quando già a 16 anni voleva diventare attore e ci dilettava con le sue performance nelle indimenticabili ‘Feste del congedo’… le recite improvvisate a casa con una videocamera anni ’80, le partite di calcetto interminabili per le quali veniva convocato come il campione Andrij Murkiov. Più recentemente ricordo le divertenti discussioni quando mi chiedeva di scrivere una musica, una canzone, un jingle 'al volo' per le sue immagini e, come nella foto, mi diceva: 'Cesaricchio guarda proprio in quel punto mi servirebbe per circa due secondi un mood più introspettivo ma felice, malinconico ma sereno, bianco ma nero… Insomma una cosa così…'; io non capivo, allora lui cantava e poi rideva con me… Avevamo fatto insieme 'non avere sogni'; tu ne avevi invece di sogni: tanti ne hai realizzati, tanti ne hai ispirati, tanti ne hai lasciati a noi, da realizzare per te. Se è fin troppo semplice in effetti affermare quanto grande sia la perdita per l’arte; l’assenza dell’uomo lascia un sentimento invece arduo da esprimere. Resta l’esempio umano ed artistico, la fortuna di averti conosciuto, ammirato, di aver condiviso una bella amicizia e passioni comuni; resta nella luce dei nostri luoghi, della nostra città, del nostro liceo, la tua arte, il suono della tua voce, la tua anima bella".

"Credo che siano passati quasi quindici anni - ricorda lo storico torinese Bruno Maida - da quando entrarono nel mio studio a Palazzo Nuovo due giovanissimi attori, Andrea Murchio e Alessia Olivetti, compagni nel lavoro e nella vita. Mi chiesero se potevo dargli una mano, come storico, perché stavano preparando uno spettacolo su Irene Nemirovsky. Non mi ero mai cimentato su una cosa del genere ma erano così appassionati e belli umanamente, che dissi di sì.
Ne è nato uno spettacolo, 'Il ballo di Irene', interpretato da Alessia e con la regia di Andrea, che ha girato per tutta l'Italia e l'Europa. La mia parte è stata davvero piccola ma ciò che conta è la bellezza di un incontro, quello che ho imparato sul teatro e sulla passione di quel lavoro. Durante il lockdown abbiamo festeggiato i dieci anni dello spettacolo ed è stata l'ultima volta che ho visto Andrea. Oggi Andrea, ancora così giovane, non c'è più e l'unica cosa che posso fare è ricordare due ore passate con lui tanti anni fa che mi recitava tutto il testo che avevamo rivisto, dandomi una lezione di grande attorialità. E aggiungere questa foto, che Alessia ha deciso di mettere per ricordarlo e per ricordare loro due, che erano davvero belli insieme, e persone straordinarie singolarmente".

"Ciao Andrea Murchio - scrive Alessandro Marconetti -. Ci sono notizie che ti raggiungono sempre troppo presto e sono come schiaffi in faccia. Quella della tua improvvisa scomparsa è una di queste. Il palcoscenico era la tua casa, con Alessia Olivetti rendevate quel luogo magico, lo elevavate e lo facevate diventare vero come non mai. Non dimenticherò mai il tuo Fred Buscaglione, al teatro Baretti. Avevi la capacità di dare vita a tutto ciò che ti passava 'per le mani' e con che garbo... Ho sempre creduto che ciò fosse merito, oltre che del tuo talento poliedrico, soprattutto della tua grande umanità. Alla fine di quello spettacolo, scendesti dal palco e venisti a parlare con me, come fossimo due vecchi amici. Meraviglioso e indimenticabile. Tu eri questo. Grazia, talento e umanità. Grazie Andrea, non dovevi andartene così ma sappi che avrai sempre, per te, il nostro unico, interminabile e sentitissimo applauso". 

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