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Il PD come Appendino, nel mirino finiscono i minimarket: "Stop alla vendita di alcol dopo le 21"

Il consiglio comunale ha approvato una mozione che impegna il sindaco

I cosiddetti 'bangla', ovvero i minimarket aperti 24 ore su 24, tornano ad agitare la politica torinese. Nel mirino i negozi di corso Giulio Cesare e corso Vercelli ai quali, secondo una mozione proposta dal PD e discussa durante il consiglio comunale di ieri lunedì 21 febbraio, dovrebbe essere impedito di vendere bevande alcoliche da asporto oltre le ore 21. 

Si tratta dello stesso provvedimento che è stato applicato alle zone di piazza Vittorio, Santa Giulia, Vanchiglia, San Salvario e Regio Parco per limitare la movida. In questo caso però il tema è quello della sicurezza. Il Movimento 5 Stelle si dice favorele e sostiene la mozione, rivendicando che si tratta dello stesso provvedimento che nel 2018 l'allora maggioranza propose alla Giunta comunale. All'epoca però il centrosinistra alzò gli scudi e parlò di un provvedimento razzista. 

"La mia proposta del 2018 chiedeva esattamente le stesse cose, ovvero di limitare la vendita di alcolici in determinate zone per questioni di ordine pubblico", spiega il capogruppo grillino Andrea Russi che poi affonda contro il PD e il sindaco: "Mi ricordo le reazioni che all'epoca suscitò il mio atto e le argomentazioni che i consiglieri del PD utilizzarono per bocciare il mio atto", scrive su facebook, "L'assessore ai grandi eventi (degli altri) Mimmo Carretta, allora consigliere di minoranza, definì la mia 'una misura razzista mascherata in maniera ipocrita'. Addirittura il Sindaco Lo Russo parlava di 'clima di razzismo nauseante'". 

Un dato prettamente politico quello di Russi perché, nonostante in più passaggi del suo intervento chiarisca che la mozione di oggi colpisca i market etnici, poi si dice a essa favorevole. Valentina Sganga, ex candidata sindaca dei 5 Stelle, invece interviene per dirsi non favorevole alla mozione. 

Il centrodestra si dice compatto a sostegno della mozione. A intervenire Domenico Garcea di Forza Italia e Giuseppe Catizone della Lega, entrambi ex consiglieri della Circoscrizione 6, che è la vera protagonista di questo inizio di mandato essendo ormai al centro di molti dibattiti in Sala Rossa. 

"L'approvazione con 34 voti favorevoli della mozione evidenzia come il problema sia complesso e diffuso", spiega Nadia Conticelli, capogruppo del PD e prima firmataria della mozione, dopo l'approvazione della mozione spiega, "Naturalmente il diffuso disagio di queste zone va  affrontato con azioni importanti di riqualificazione e di politiche sociali e di inclusione, di politiche culturali e di sostegno al commercio di prossimità". 

"Io mantengo un dissenso su un effetto domino che viene creato", spiega Silvio Viale che continua a rivestire i panni dell'opposizione all'interno della maggioranza, "che è quello della limitazione di alcolici in zone sempre più distanti in cui l'obiettivo sono i minimarket che sono prevalentemente gestiti da stranieri perché tenere aperto un minimarket vuol dire rimanere aperto 24 ore su 24, avere un'impostazione familiare e decidere di accontentarsi di poche decine di centesimi". 

"Diversa è la questione dei pusher, drogati, nulla facenti, sbandati o popolo della notte che può creare disagio e baccano. Lì i minimarket non centrano nulla e quando avremo la verifica si continuerà a dire che in quelle zone persistono le stesse problematiche", conclude Viale, "Questa mozione ha un sapore illimitato di dichiarazione di impotenza". 

Solo parole al momento, perché l’assessore al Commercio, Paolo Chiavarino, ha evidenziato come le normative non prevedano l’autorizzazione di divieti generalizzati verso gli esercizi oggetto della mozione in quanto occorre una specifica istruttoria per ciascuna attività

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