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Torino, 150 milioni di euro per le mense scolastiche. Lo Russo: "La nostra risposta al panino da casa"

Il nuovo bando non prevede il sistema del massimo ribasso, ma un prezzo fisso di partenza

Addio al massimo ribasso. La Città di Torino ha annunciato i criteri del nuovo bando per la ristorazione scolastica che prevede che il prezzo fisso dell'offerta sia fissato nel costo di 5 euro e 50 centesimi. "Così si crea un circolo virtuoso che non impone alle aziende di abbassare i costi e permette di concentrarsi sulla qualità", ha spiegato l'assessora alle politiche educative, Carlotta Salerno. Dal punto di vista politico per il sindaco, Stefano Lo Russo, è una risposta a chi sosteneva la bontà del panino da casa perché diceva che la qualità della mensa scolastica non fosse adeguata. 

La spesa presunta dalla città per il nuovo servizio di ristorazione scolastica è di 150.000.000 milioni di euro, soldi che verranno spesi nel periodo che va dal gennaio 2023 all'agosto 2027 per servire 40.000 pasti al giorno in 340 scuole. Nel 2019 infatti i pasti serviti furono circa 7.000.000 ed è quello il tetto che il Comune vuole raggiungere. 

"La componente cibo è una delle componenti dell'educazione", ha spiegato Lo Russo, "L'educazione alimentare, anche a fronte dell'emergenza pandemica che ha fortemente alterato le abitudini degli alunni relativamente alla regolarità dei pasti e alla loro modalità di fruizione collettiva; non va vista esclusivamente come un elemento tecnico, operativo e di carattere nutrizionale. Va anche vista nell'otticca della nostra impostazione politica che è quella di fare in modo che le mense della città siano di qualità elevata. Questa è la miglior risposta che possiamo dare anche a chi teorizza altri sistemi". 

Da qui la decisione di non fare una gara d'appalto al massimo ribasso: "Questo per noi è uno sforzo economico importante perché ovviamente l'assenza di ribasso economico produce un extra costo per la città, ma ha un'utilità pubblica che va oltre, che è quella di una politica educativa che fa del tempo pasto un tempo scuola assolutamente pari a quello che i ragazzi e le ragazze passano nelle nostre aule". 

Il piano del Comune prevede l'apertura di 16 nuove mense fresche e premierà le ditte che garantiranno maggior qualità dei prodotti e stagionalità. Inoltre sono previsti menù differenziati per fascia di età e che terranno conto degli orientamenti culturali e religiosi degli alunni, oltre che delle patologie alimentari. Sono previsti anche percorsi di co-progettazione tra le ditte che vinceranno l'appalto e i vari attori in gioco. Curioso il meccanismo che è stato chiamato il 'menù dello chef': cuochi professionisti, della ristorazione collettiva e giovani cuochi verranno coinvolti per proporre un menù da inserire tra quelli scolastici. 

Infine nel bando sono previsti tre aspetti che vanno oltre il semplice piatto che viene servito in tavola, verranno infatti premiate le ditte che tengono conto del rispetto dei diritti umani nella filiera di cui si servono e dovranno garantire standard di sicurezza per i propri lavoratori oltre che la stabilità dei dipendenti che dovranno riassorbire. 

"Abbiamo scelto la qualità come requisito principale perché riteniamo che sia la chiave di volta per un servizio all’altezza delle aspettative", ha detto l'assessora Carlotta Salerno, "Questa gara d’appalto lo dimostra soprattutto nella misura in cui non vi è concorrenzialità sul prezzo: con un costo base fisso diamo priorità agli ingredienti a km0 e alle mense fresche, facciamo attenzione agli sprechi, avviamo cooperazione tra tutti i soggetti coinvolti a più livelli. Ognuno, a suo modo e con le proprie competenze, è protagonista e ha la possibilità di contribuire al meglio per la realizzazione del servizio, ad un unico scopo: il benessere e la salute delle alunne e degli alunni. Una menzione e un ringraziamento particolare va agli uffici della ristorazione scolastica che hanno lavorato incessantemente e per mesi affinché questo bando venisse alla luce". 

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