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Riuso delle acque contaminate e dissalazione: al Politecnico parte il progetto MEloDIZER

Il tema centrale è la nuova tecnologia, quella della "distillazione a membrana"

Distillazione a membrana per dissalare l'acqua a elevata salinità e per riutilizzare e valorizzare le acque industriali contaminate. E' questo il tema del progetto MEloDIZER che ha preso il via con il meeting ufficiale al Politecnico di Torino. Si tratta di un consorzio che raccoglie 18 partner di 9 Paesi dell’Unione Europea, più Svizzera e Israele, coordinato dall’Ateneo torinese. In Ateneo, sarà il centro interdipartimentale CleanWaterCenter@Polito a ospitare i laboratori che, grazie al contributo dell’Unione Europea, svilupperanno alcuni dei prototipi di questa tecnologia innovativa per il trattamento sostenibile delle acque.

Una tecnologia promettente

Il tema della distillazione a membrana è una tecnologia molto promettente, ma allo stato attuale, la mancanza di membrane e moduli di membrana ad alte prestazioni, l’impatto ambientale della loro produzione e del loro utilizzo, così come l’implementazione in configurazioni e in ambiti non adatti hanno impedito di dimostrarne il pieno potenziale.

Il cuore della ricerca risiede nella fabbricazione dei componenti della distillazione a membrana impiegabili su larga scala e sostenibili, sostituendo gli attuali materiali potenzialmente dannosi con altri non nocivi e basandosi sui principi della chimica verde. Si porrà l’accento, inoltre, sulla corretta progettazione e sul miglioramento dell’efficienza energetica della tecnologia, che opererà utilizzando solo calore di scarto o energia solare.

I settori interessati

Nel concreto, verranno sviluppati e testati dei prototipi a livello industriale - nei settori del tessile, chimico, acquacoltura e delle bevande - per arrivare ad un’alta percentuale di recupero delle acque contaminate (70-90%), riducendo quindi l’impronta idrica del comparto produttivo e avvicinandosi al target rifiuti-zero, recuperando al contempo materie prime secondarie di valore dalle acque contaminate. Inoltre, MEloDIZER intende dimostrare il funzionamento di sistemi di produzione di acqua potabile passivi, autonomi, economici e su piccola scala, utilizzando come unica fonte energetica l’energia solare.

L’ambizione del progetto è quindi quella di contribuire a tre degli obiettivi strategici per l’Unione Europea e a livello mondiale, ovvero l’utilizzo sostenibile della risorsa idrica – sia a livello industriale che di piccole comunità, l’accesso alle materie prime critiche e la transizione verso processi azionati da energie rinnovabili. 

Efficienza energetica e alta sostenibilità

La migliore progettazione di questa tecnologia combinata con il più appropriato mix di fonti di energia rinnovabile sarà la chiave per una sua applicazione efficace in diversi ambiti, sia industriali che a scala domestica o di comunità. Il progetto MEloDIZER, finanziato dall’Unione Europea nell’ambito del programma Horizon Europe con un contributo pari a più di 7 milioni di euro (di cui 1.4 milioni di euro al Politecnico di Torino), avrà una durata di 4 anni.

“Con questo progetto raggiungeremo la prossima generazione della tecnologia, sia considerando le più alte prestazioni e l’efficienza energetica, sia dal punto di vista della sostenibilità dei materiali e del tipo di fonti energetiche utilizzati, dimostrandone quindi l’implementazione per la riduzione dell’impronta idrica delle industrie e per l’approvvigionamento di acqua potabile in zone soggette a forte siccità” spiega il professor Alberto Tiraferri, docente del Dipartimento di Ingegneria dell’Ambiente, del Territorio e delle Infrastrutture-DIATI del Politecnico di Torino e coordinatore del progetto insieme al professor Matteo Fasano del Dipartimento di Energia-DENERG.

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