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Giovedì, 25 Aprile 2024
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Sindacati in piazza per la rinascita di Torino: l'appuntamento è sabato 12 settembre in piazza Castello

"E' necessario mettere a punto un piano di rilancio dell'intera area metropolitana"

"La data del 12 settembre è significativa: è giusto due giorni prima della riapertura delle scuole che simboleggia, in qualche modo, la vera ripartenza dopo un periodo difficile". Enrica Valfrè, segretaria generale della Cgil Torino, parla della manifestazione di sabato 12 settembre, a partire dalle ore 10, in piazza Castello. A diversi mesi dalla fiaccolata del 13 dicembre 2019, che ha acceso i riflettori sul declino della città, Cgil, Cisl, Uil di Torino e Canavese proseguono il percorso avviato, alla luce del nuovo scenario creato inevitabilmente dall'impatto della pandemia e in vista di un autunno che si preannuncia molto complicato. 

Allarme disoccupazione

Il lockdown ha comportato per il Piemonte, richieste di ammortizzatori sociali e di indennità di disoccupazione per circa un milione di lavoratori su un totale di 1 milione 800mila occupati. Secondo le previsioni degli industriali, il 30% delle imprese, soprattutto di piccole dimensioni, è a rischio chiusura. Se le previsioni di aumento del tasso di disoccupazione di 3-4 punti percentuali a livello nazionale si avverassero, l'area metropolitana di Torino pagherebbe un caro prezzo: oltre 30mila disoccupati in più. 

Le richieste dei sindacati

La situazione è in rapido peggioramento, aumentano rischi di chiusure definitive e inoltre sono coinvolti tutti i settori. Preoccupa il futuro degli addetti alle mense, senza dimenticare il turismo, gli esercizi pubblici e il settore edile. "E' necessario mettere a punto un piano di rilancio dell'intera area metropolitana - ribadisce il segretario regionale Cisl, Alessio Ferraris -, per dare prospettive e valorizzare sia le tradizionali competenze esistenti, sia i nuovi settori produttivi e occupazionali".

Per questo con la manifestazione di sabato, Cgil chiede un finanziamento adeguato alla sanità pubblica; un utilizzo più efficace dei fondi messi a disposizione dell'Unione Europea, magari nei settori in gradi di moltiplicare occupazione e investimenti (automotive per esempio); l'avvio di un piano di infrastrutture materiali e immateriali per rendere attrattivo il territorio; il sostegno al lavoro nei settori del commercio, del turismo e della cultura; maggiori risorse alla formazione e all'aggiornamento professionale e la valorizzazione della popolazione anziana promuovendo l'invecchiamento attivo e una nuova legislazione in materia di non autosufficienza. Nell'area metropolitana tra l'altro, a causa anche del basso indice di natalità, l'età media della popolazione è piuttosto alta: "Il nostro è un territorio che invecchia e non pensa ai giovani", conclude Ferraris. 

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