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Studenti e genitori in piazza e il biglietto a "Babbo Cirio": "Per Natale regalaci la riapertura delle scuole"

La mobilitazione è stata promossa dal Comitato 'Priorità alla Scuola'

Hanno partecipato in 200 circa alla manifestazione per chiedere il ritorno della scuola in presenza, questa mattina, domenica 6 dicembre, in piazza Castello, davanti alla sede Regione Piemonte. La mobilitazione era organizzata dal Comitato "Priorità alla Scuola" che ormai da mesi si muove con azioni di vario tipo, contro la didattica online. Fra i manifestanti in piazza, studenti dalle medie all'Università e anche Anita e Lisa, le dodicenni che ormai da settimane sono diventate un po' il simbolo della protesta anti Dad. 

Scuole chiuse nonostante il calo dei contagi

Ciò che si è contestato in piazza è naturalmente la mancata riapertura delle scuole in Italia nonostante il calo della curva epidemiologica e anche di fronte al fatto che in tutti i principali paesi europei la didattica in presenza sia stata garantita sempre nonostante situazioni talvolta anche più critiche della nostra. Il timore inoltre è che nemmeno con il passaggio del Piemonte a zona gialla (presumibilmente dal 13 dicembre, ndr) il governatore decida di riaprire le scuole. Senza contare le conseguenze psico-fisiche - a detta di medici e studiosi - causate a bambini e ragazzi, dal lockdown imposto dal Governo. 

"Dal 24 febbraio 2020 - dicono gli organizzatori - per le scuole superiori è stata garantita la scuola in presenza solo per 40 giorni, a fronte di 130 di didattica a distanza al 100%.  Dopo l’ultimo Dpcm nulla, o quasi nulla, è stato fatto dalle istituzioni per risolvere le criticità che patiscono i trasporti pubblici e la medicina territoriale, in nome delle quali le scuole sono state chiuse. La scuola è un diritto che non deve essere cancellato da disservizi". 

"Di fronte alle scelte e ai comportamenti del governo e dei presidenti delle regioni - proseguono - , Priorità alla Scuola è indignata: basta con le prese in giro, è vergognosa la retorica di chi a parole sostiene che la scuola è una priorità ma non compie nessuna azione concreta per tenere aperte le scuole. In Italia il diritto all’istruzione e il diritto all’infanzia sono compressi in ragione di precise scelte politiche che Priorità alla Scuola denuncia e contrasta.

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