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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Mamma discriminata: "Ha un bambino? Allora non può lavorare da noi, questo non è un asilo nido"

Aveva trovato posto in un'azienda agricola

"Non è un asilo nido, è un posto di lavoro". È quello che si è sentita dire una 33enne di La Loggia quando, parlando col titolare di un'azienda agricola di Grosseto che le aveva appena detto che era idonea per andare a lavorare lì come curatrice di animali domestici, gli ha rivelato che ha un figlio di tre anni che sarebbe dovuto venire a vivere con lei.

La donna, che ha pubblicato un post su Facebook, aveva lavorato per anni in un canile nell’Astigiano e in passato aveva gestito un allevamento di bassotti con oltre 200 cani. Per questa ragione, fino alla rivelazione della presenza di un bambino, era stata ritenuta perfettamente idonea all'incarico, che prevedeva un piccolo stipendio più vitto e alloggio nell'azienda agricola. Era disposta a trasferirsi senza problemi pur di lavorare.

Poi, però, la risposta choc, che è stata registrata: "Prova a chiamare Fiat e chiedere un posto in fabbrica con il bambino accanto, vediamo se le dicono di sì", le hanno detto dall'altro capo del telefono. A nulla è servito dire che il bambino sarebbe stato mandato a lungo al nido e che quindi non sarebbe rimasto a casa da solo.

L’azienda agricola, contattata da Repubblica, si difende dicendo che le case che mette a disposizione sono spazi per adulti e se succedesse qualcosa al bambino non avrebbe potuto prendersi responsabilità.

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