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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Due figli in quarantena, uno in Dad, l’altro No: una mamma 'disgustata' scrive alla Ministra

La storia

Gentilissima Ministra Azzolina sono una mamma di due bambini che frequentano la  3^ e la 4^ elementare della scuola Primaria in un piccolo paesino in provincia di Torino.

Comincia così la  lettera scritta da una mamma torinese alla ministra Azzolina, un messaggio cortese nei modi, ma altrettanto deciso nello spiegare tutte le difficoltà e le contraddizioni che il covid e la gestione dell'emergenza stanno facendo emergere tutti i giorni, in ogni contesto della realtà italiana, nelle scuole e nelle famiglie.

La vicenda raccontata da questa mamma, che nella lettera si definisce “stremata, stanca e disgustata”, è quella di una famiglia che si trova a dover affrontare l’emergenza Covid all’interno delle mura domestiche.

Uno dei figli, infatti, è risultato positivo al tampone molecolare del Covid-19 e quindi tutta la famiglia è attualmente in quarantena, compreso l'altro figlio costretto a stare a casa.

A uno dei due figli, quello risultato positivo al tampone molecolare del Covid-19, è stata offerta da 14 giorni la ormai celeberrima DAD (a lui e a tutta la classe messa in isolamento), mentre per l'altro figlio non è previsto nulla di tutto ciò, niente DAD niente DDI, niente didattica SINCRONA. La sua classe prosegue regolarmente in presenza, mentre lui è costretto a stare a casa senza lezioni e senza che gli sia stata offerta nessuna soluzione alternativa a distanza. Una vicenda emblematica di quello che succede ai contatti indiretti.

Proprio da questo nasce lo sbigottimento della mamma, per quello che definisce il nulla personale, "se non per qualche lezione impartita individualmente grazie la buona volontà delle maestre, che io personalmente ringrazio".

Le domande alla ministra

La lettera della mamma torinese prosegue chiedendo alla ministra Azzolina dove sia finito l'interesse per la crescita e per la formazione dei figli e poi sottolinea quanto, a suo avviso, questo modo di operare sia discriminatorio.

Perchè – si domanda nella lettera -un bambino in quarantena positivo, può e deve avere la didattica a distanza, mentre un altro, sempre in quarantena obbligata, può essere lasciato alla deriva?

La mamma si chiede poi cosa succederebbe al figlio se, dopo la quarantena imposta perchè il fratello è positivo, dovesse perdere altri giorni di scuola, causati magari da una positività differita da parte sua, del marito o di qualche compagno di classe.

 Domanda, poi, alla ministra se durante le riunioni sia stato pensato un sistema per tutelare i bambini nella medesima condizione del figlio.

Nella parte conclusiva arriva un preciso invito rivolto alla ministra a rivedere i protocolli perchè vi sia un sistema che tuteli anche i bambini costretti in quarantena a causa di malattia di fratelli, famigliari o compagni. "Dopo 4 mesi di stop dovuti all'emergenza, dopo 3 mesi di vacanze, ci ritroviamo a oggi senza dei protocolli decenti per i nostri figli, senza un sistema che abbia un'organizzazione per tutto ciò che accade all'interno dei nostri comprensivi. Le racconto ciò in modo che capisca cosa stanno vivendo i nostri figli e cosa devono subire grazie alla vostra disorganizzazione... le racconto queste cose, non per polemica, non per screditare il suo operato, non perché sono un genitore apprensivo, ma perché a tutto vi è un limite!".

Ora ci si attenderebbe una replica da parte della ministra Azzolina.

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