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La felicità si impara: all'Università di Torino prende il via il laboratorio esperienziale

L'iniziativa si ispira al corso più frequentato di sempre all'Università di Yale, "Psychology of Good Life"

Il termine 'felicità' deriva dalla parola latina 'felix', che indica lo stato di chi possiede veramente ciò che appaga i desideri. E adesso, a Torino, studiare la felicità si può. Da domani, mercoledì 16 marzo, parte infatti al corso di Laurea Magistrale in Psicologia del lavoro e delle organizzazioni presso il Dipartimento di Psicologia dell'Università, il laboratorio "Contesti e strumenti per il benessere e la felicità". Si tratta di un'iniziativa realizzata in collaborazione con il Movimento Mezzopieno, la rete italiana della positività con cui il Dipartimento di Psicologia ha una convenzione dal 2021.

Un laboratorio di ispirazione americana

Il laboratorio si ispira al corso più frequentato di sempre all'Università di Yale, "Psychology of Good Life" e l'obiettivo delle lezioni, a cura di Marta Casonato - psicologa e responsabile dell'ufficio studi di Mezzopieno e Semi Onlus - è quello di approfondire la conoscenza dei costrutti di benessere e felicità, illustrando gli strumenti che possono promuoverli in diversi ambiti e di allenare un pensiero critico riguardo le forme che la felicità e il benessere può assumere in diversi ambiti di vita.

Si tratta di un approccio esperienziale, attraverso l'analisi di vari contesti come l’educazione, la comunicazione, la comunità, le organizzazioni. “Promuoviamo un approccio costruttivo alla vita, ispirato al corso di Yale - spiega Casonato, titolare del corso - Si punta a far fiorire il benessere, è un mettersi in gioco e riflettere. La felicità è legata al momento, al sentirsi bene, ma è anche investire in ricerca di significato e in relazioni positive”.

'Allenarsi' alla felicità

Come esercitarsi quindi con la felicità? Sono molte le pratiche semplici che si possono inserire nella quotidianità la cui efficacia è stata dimostrata con studi scientifici. Il benessere non è la mera assenza della malattia o del disagio e la felicità non è circoscritta al picco di endorfine, al successo momentaneo o alla gioia che si prova in seguito ad un particolare evento. Entrambi i costrutti, pur differenziandosi, fanno riferimento a un più ampio equilibrio, un’armonia tra il proprio mondo interno e quello esterno. Anche i contesti in cui si vive sono importanti, dove per contesto intendiamo le dimensioni relazionali, gli aspetti sociali che sono più vicini a noi, dall'ambiente professionale alle circostanze più generali in cui tutti viviamo.

“Dobbiamo insegnare ai futuri professionisti della salute mentale - aggiunge ancora Marta Casonato - che è indispensabile investire sul benessere e sulla felicità delle persone e non soltanto sulla cura del malessere. L’obiettivo del laboratorio è quello di trasmettere a studenti e studentesse l’importanza di focalizzarsi non solo sul risultato delle proprie azioni, del proprio lavoro, ma anche sullo stare meglio e far star meglio gli altri. Un insegnamento per rimettere al centro i bisogni più autentici, sia in ambito professionale che nella vita quotidiana”.

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