Kappa Futur Festival, a Parco Dora è tutto pronto: per la tre giorni di musica sono attese 80mila persone
Ma l'ideatore della rassegna guarda avanti: "E se a Parco Dora organizzassimo un'opera lirica pop?"
C'è un gran fermento a Parco Dora, nel back stage del Kappa Futur Festival, uno degli eventi di musica elettronica più apprezzati al mondo. L'adrenalina si taglia a fette, tutti si muovono, tutti corrono a sistemare anche l'ultimo piccolo dettaglio attorno all'enorme palco - 23 metri di altezza e 36 di larghezza - in vista di domani, la prima delle tre giornate della rassegna.
Il festival si concluderà domenica 3 luglio e quest'anno potrebbe portare a Torino, secondo il suo ideatore, Maurizio Vitale, anche 80mila giovani "considerando che la tendenza è quella del 'last second'". E tenendo anche conto che, in confronto ad altri festival europei di pari livello, quello torinese è quello più economicamente sostenibile - una media di 40/50 euro a presenza per 12 ore di intrattenimento al giorno -, c'è da credergli.
"Non mi sono accorto dello stop di questi anni - ha raccontato Vitale - Per questa edizione, abbiamo fatto un grande sforzo, migliorando la comunicazione, il rapporto con il pubblico, cambiando il sistema di biglietteria e cercando di migliorare tutto il migliorabile. Apriamo domani come se non ci fossimo mai fermati, come se avessimo fatto le ultime due edizioni".
I numeri del Kappa
Parlando di numeri del Kappa, sono poco meno di 70mila i biglietti già venduti, oltre 2mila i collaboratori assunti nello staff che mette in piedi la manifestazione, di cui 234 addetti alla sicurezza privata, 250mila le bottigliette d'acqua acquistate e 72mila i litri di birra, 75mila metri quadrati di area festival, 270 i moduli 'toilette' a disposizione, 105 i paesi partecipanti, 42 i vaporizzatori posizionati nel parco per rinfrescare il pubblico, 3 gli accessi per il pubblico, due le postazioni mediche avanzate e due i defribillatori.
La novità quest'anno è il braccialetto di cui saranno dotati tutti coloro che pagheranno un biglietto d'ingresso. Un sistema che permette di ridurre la circolazione di contante visto che, una volta caricato online o in tre punti nell'area del festival, consente di fare acquisti - gadget, birra, panini o altro - nello spazio di Parco Dora.
Un festival sostenibile
Ma il Kappa è attento anche all'ambiente. L'impianto studiato ad hoc è stato migliorato negli anni per ridurre la propagazione del suono e creare meno fastidio possibile ai residenti in zona che, com'è noto, non troppo apprezzano il tipo di evento. "Con l'utilizzo di particolari dispositivi - spiega ancora Vitale - riusciremo a ridurre la pressione sonora che sarà forte nei primi 60 metri ma andrà decisamente calando nei successivi 60. Riusciremo a rispettare i 74 decibel". Inoltre i generatori utilizzati anzichè funzionare a diesel, sono elettrici, consumando la metà di energia e c'è un sistema di Wi-fi 4G che permetterà allo staff di essere in rete in otto punti del parco, permettendo così un risparmio notevole di fogli di carta stampati.
Per la manutenzione ordinaria e straordinaria di Parco Dora, gli organizzatori del festival spendono mediamente 150mila euro. Tra i lavori: la sistemazione del prato, delle doghe del ponte, la fornitura di bagni chimici - che dopo l'evento restano per 3 mesi in utilizzo alla comunità -, il ripristino del sistema di illuminazione e la bonifica della Dora.
L'idea di un progetto privato e di un altro grande evento
"Sappiamo di creare stress e disagio al quartiere, soprattutto dal punto di vista acustico - va avanti l'ideatore della kermesse ,- ma è un disagio che può essere mitigato, riqualificando. Parco Dora è un po' il 'Central Park' italiano: qui ci vorrebbe un progetto privato a direttrice pubblica, per farne un laboratorio illuminotecnico, culturale e sportivo. Non sarebbe più abbandonato, ma ben gestito e completamente accessibile a tutti. Ci sarebbero anche più servizi, come ad esempio un bar: una cosa che manca e di cui i cittadini che frequentano l'area si lamentano spesso. Ci vuole programmazione, rispetto dei soldi pubblici e capacità organizzativa: noi ne stiamo parlando con la Città".
E lancia una proposta che chissà, forse potrebbe diventare realtà nel prossimo futuro:" Sarebbe bello organizzare qui, in questo scenario futuristico, un'opera lirica pop per esempio. L'ho già anche accennato a Sebastian Schwarz, il sovrintendente del Teatro Regio..."