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Il gufo salvato dalle acque del fiume non può più volare, ma resterà "in pensione" in un'oasi protetta

E' stato curato dai veterinari del Canc

Non è più in grado di procacciarsi il cibo da solo il gufo reale recuperato a marzo dai carabinieri forestali nelle acque del rio Rocciamelone a Bussoleno. Dunque, trascorrerà il resto della sua esistenza nell’Oasi degli Animali di San Sebastiano da Po, struttura protetta, convenzionata con la Città Metropolitana di Torino. Il rapace quando è stato trovato aveva una paresi agli arti posteriori e versava in un grave stato di disidratazione, ma è stato curato dai veterinari del Canc, il Centro Animali Non Convenzionali della Struttura didattica speciale Veterinaria dell’Università degli Studi di Torino.

Grazie alle terapie mirate oggi si è ripreso ma risulta avere una ridotta potenza alare e fa fatica a mantenersi eretto. Purtroppo i medici non lo ritengono più in grado di volare e ne hanno quindi consigliato il ricovero in una struttura adatta a consentirgli di sopravvivere senza doversi procurare il nutrimento.

Quello del gufo recuperato a Bussoleno è uno dei numerosi casi di recupero e riabilitazione parziale o totale di animali in difficoltà realizzati nell’ambito del progetto “Salviamoli Insieme”. La collaborazione tra la Funzione specializzata Tutela della Fauna della Città Metropolitana e la Struttura didattica speciale Veterinaria dell’Università rende possibile il soccorso sanitario e la cura degli animali selvatici ritrovati in condizione patologica o feriti e i successivi interventi riabilitativi. I sanitari del Canc di Grugliasco, esperti in materia, curano ogni anno oltre 3000 animali selvatici rinvenuti in difficoltà e recuperati da privati cittadini o dagli agenti faunistico-ambientali.

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