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Venerdì, 26 Aprile 2024
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Guerra, imprenditore torinese bloccato in Ucraina: "Ho preparato la cantina per sfuggire alle bombe"

Racconta che attorno a lui c'è ancora calma, ma è indecifrabile

Sono le 16.17, ora italiana, di giovedì 24 febbraio. Squilla il telefono, è un messaggio. A scrivere è Andrea Busso un imprenditore torinese che vive a Sumy, in Ucraina, vicino al confine. L'ho contattato poco prima quando ho saputo che è bloccato lì. "Ciao Gioele", mi scrive, "stiamo preparando la cantina per eventuali bombardamenti notturni". 

È così che si abbatte sulla vita delle persone il dramma della guerra. Gente come Andrea che fino a qualche giorno prima pensava al suo lavoro e alla vita in Ucraina, e che all'improvviso si trova a dover allestire in tutta fretta un rifugio per scampare al pericolo di un bombardamento sul tetto della propria casa. 

"Sono a circa 30 chilometri dal confine", mi spiega Andrea, "Abbiamo avuto l'avvertimento questa mattina. Io ho una moglie di famiglia russa e ha il 95% dei parenti dall'altra parte del confine e questa mattina ci ha avvisato la sorella che li hanno fatti evacuare nel raggio di venti, trenta chilometri e ha visto il passaggio di carri armati. Ci ha allertato e abbiamo cominciato a prepararci". 

"Abbiamo già predisposto la cantina in caso ci fossero problemi", continua Andrea, "in casi come questi le notti sono molto critiche. Io al momento non ho visto sparare nessuno, ma sul viale principale sono passati i carri armati. Un italiano che conosco mi ha inviato un video dove si vede che ci si spara. Gira la polizia per controllare che gli sciacalli non vadano nelle case vuote". Poi mi scrive che uno degli ospedali della cittadina è pieno di militari. 

"Nei supermercati, nelle farmacie e nelle banche ci sono le persone, ma sono tutte ordinate in fila", racconta Andrea, "Abbiamo cominciato a preparare il minimo indispensabile per partire. C'è una cantina dove ho lo studio e ho portato via computer e documenti. Abbiamo comprato i generi di prima necessità, ma per il momento in casa funzionano ancora gas e acqua". 

"La Farnesina ci ha mandato dei messaggi", conclude Andrea, "dicendoci di stare in casa e di seguire le indicazioni delle forze armate locali. È una calma indecifrabile, non si capisce se è vera o se è quella prima della tempesta. La gente però qui è diligente e ci sta aiutando in momenti come questo". 

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