A Torino il summit degli esperti di malattie del cuore: 60mila persone ogni anno muoiono improvvisamente
Si parlerà delle cure del futuro
Tecnologia, innovazione, Intelligenza Artificiale e una medicina sempre più personalizzata saranno i temi cardine delle 33° Giornate Cardiologiche Torinesi che si terranno giovedì 4 e venerdì 5 novembre. L’evento, organizzato dai reparti di Cardiologia, Cardiochirurgia e Chirurgia Vascolare della Città della Salute e della Scienza di Torino, riunirà i più autorevoli esperti di cardiologia a livello mondiale per discutere del futuro della cura e della ricerca sulle patologie cardiovascolari.
In Italia le malattie cardiovascolari continuano a rappresentare la principale causa di morte essendo responsabili del 34,8% dei decessi (circa 230.000 ogni anno). Secondo i dati Istat 2018 la cardiopatia ischemica causa il 9,9% delle morti mentre l’8,8% è rappresentato dagli attacchi cerebrovascolari. Il trend di prevalenza di tali patologie nella popolazione italiana è in continua crescita e si abbassa sempre più l’età di insorgenza delle stesse.
Si stima che ogni anno in Italia siano circa 60.000 i casi di morte improvvisa, l’85% dei quali hanno origine cardiaca. Nel 40% dei casi il primo sintomo di questo evento è proprio la morte improvvisa, che si manifesta come perdita di coscienza. Nel 30% dei casi il paziente si riprende da solo o aiutato dall’esterno, mediante manovre di rianimazione. L’alleato su questo fronte è l’elettrocardiogramma: proprio a Torino è stato scoperto recentemente un nuovo marker elettrocardiografico che permette di comprendere se il cuore del soggetto è stato colpito da un’infiammazione (miocardite) che ha determinato una morte (fibrosi) delle cellule cardiache: uno dei casi che possono fare da substrato alla morte improvvisa.
"Siamo di fronte a quella che definirei l'alba di una nuova era per la cardiologia grazie all’apporto sempre più determinante dell’Intelligenza Artificiale e della tecnologia che si pongono al fianco dello specialista come alleati indispensabili nel suggerire e nell’offrire prestazioni sanitarie migliori e meno invasive", spiega Gaetano Maria De Ferrari, presidente delle 33° Giornate Cardiologiche Torinesi, "La cardiologia del futuro sarà quindi basata su un approccio terapeutico sartoriale, calibrato sul singolo paziente e sulle sue caratteristiche, abbandonando l’approccio “one size fits all” che abbiamo conosciuto e utilizzato fin qui. Il cardiologo del domani dovrà quindi unire l’empatia ad un corretto ed efficace ricorso alla macchina per individuare la terapia migliore per il proprio paziente".