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Attualità San Donato / Piazza Amedeo Peyron

Chi era Giuseppe Montesano, il prefetto al quale Torino ha dedicato il giardino di piazza Peyron

Lo Russo lo descrive come un "Servitore dello Stato, rappresentante capace delle forze dell'ordine in grado di essere esempio con i suoi valori prima ancora che con le sue azioni"

Si è svolta mercoledì 29 novembre a Torino la cerimonia per l’intitolazione a Giuseppe Montesano del giardino di piazza Peyron, nel quartiere di San Donato, in Circoscrizione 4. Giuseppe Montesano, origini pugliesi, è stato un importante dirigente della Polizia di Stato. Intrapresa da giovane la carriera che lo porterà a diventare capo della Squadra Mobile di Torino, ha successivamente ricoperto il ruolo di capo della Criminalpol Piemonte e Valle d’Aosta e questore delle città di Sassari, Cagliari, Venezia, Palermo, Brescia, Bologna. Fra il 1968 e il 1980, prestando servizio a Torino, diventa uomo simbolo della lotta alla criminalità organizzata, dando modo ad autori e scrittori di ispirarsi alla sua figura per dare vita a personaggi che ne riprenderanno abitudini e modalità investigative in romanzi e film di successo quali “La donna della domenica” e “A che punto è la notte” di Fruttero e Lucentini.

Durante la cerimonia il Sindaco Stefano Lo Russo ha sottolineato come Montesano, in una stagione difficile per il Paese e in una Torino molto diversa da quella attuale, lacerata dal terrorismo e dalla criminalità, muovendosi con intelligenza fu capace di un approccio da uomo di Stato che agisce nel solco dell’interesse collettivo, senza inutili personalismi. "Servitore dello Stato, rappresentante capace delle forze dell'ordine in grado di essere esempio con i suoi valori prima ancora che con le sue azioni: il prefetto Giuseppe Montesano fu tutto questo insieme. A lui intitoliamo oggi il giardino di Piazza Peyron, riconoscimento per un uomo profondamente legato a Torino, in cui divenne un simbolo dell'impegno per la legalità e della lotta alla criminalità durante una stagione segnata in maniera indelebile dal terrorismo. La sua è una figura di cui dobbiamo tramandare l'esempio e la memoria, specialmente ai più giovani: Montesano ha fronteggiato sia il terrorismo che, in qualità di Questore a Palermo a fianco di Falcone e Borsellino, la mafia, portando sempre avanti quei valori di libertà e legalità che anche noi abbiamo il dovere di proteggere, ogni giorno”.

Per Ludovica Cioria, vicepresidente del Consiglio comunale, il prefetto Giuseppe Montesano è stato un modello a cui ispirarsi, instancabile e devoto servitore dello Stato che ha onorato nel corso della sua carriera i valori della legalità e della sicurezza, irrinunciabili fondamenta della nostra democrazia e della nostra comunità. "Un uomo integro - lo descrive la vicepresidente del Consiglio comunale - libero e trasparente, un servitore dello Stato a cui donò tutte le sue energie anche negli anni torinesi, costellati di sfide complesse alle quali Montesano seppe rispondere con piglio fermo e determinato, ma mai sprezzante, mai arrogante, mai crudele". Autorevole senza essere autoritario, per Cioria un esempio per la nostra comunità e le giovani generazioni.

Concetto ripreso da Alberto Re, convinto dell’importanza dell’esempio di Montesano per i giovani frequentatori del giardino, mentre la signora Adriana Di Lullo, commossa, ha ricordato l’affetto che il marito Giuseppe Montesano nutriva per la nostra città. Alla cerimonia erano presenti anche il Capo della Polizia, direttore generale della Pubblica sicurezza, Vittorio Pisani, il prefetto Donato Giovanni Cafagna e il questore Vincenzo Ciarambino. 

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