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Giovedì, 25 Aprile 2024
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Piemonte e Valle d'Aosta, nuovo comandante per i carabinieri: è il generale Antonio Di Stasio

Succede al generale Aldo Iacobelli, trasferito a Roma per un nuovo incarico

Cambio al vertice nella nella legione carabinieri Piemonte e Valle d'Aosta, che ha sede nella storica caserma Bergia di piazza Carlo Emanuele III a Torino, dove la stessa Arma nacque oltre 200 anni fa. Mercoledì 29 giugno 2022 il generale di brigata Antonio Di Stasio ha preso il posto del generale Aldo Iacobelli, in carica dal 17 settembre 2019 e che andrà a Roma dove assumerà l’incarico di comandante della divisione unità mobili dei carabinieri. La cerimonia di avvicendamento si è svolta alla presenza del generale di corpo d'armata Gino Micale, comandante interregionale della divisione Pastrengo e a sua volta ex comandante della stessa legione Piemonte e Valle d'Aosta.

Il generale Di Stasio ha frequentato i corsi regolari dell’accademia militare di Modena, completando gli studi militari presso la scuola ufficiali carabinieri di Roma. È laureato in giurisprudenza, scienze politiche e scienze della sicurezza interna ed esterna ed è abilitato alla professione forense. Oltre a diversi incarichi di comando nelle organizzazioni addestrativa, mobile e territoriale dell’Arma, ha prestato servizio al comando generale a Roma, prima come ufficiale di staff agli uffici legislazione, ordinamento e piani e polizia militare e, successivamente, per un triennio come capo ufficio logistico, capo ufficio relazioni sindacali e rappresentanza militare e, infine, capo dipartimento dell’organizzazione sanitaria e veterinaria dell’Arma. Dal 2015 è stato comandante dell’8° reggimento carabinieri Lazio e dal 2016 al 2019 comandante provinciale dei carabinieri di Palermo. È ufficiale dell’ordine al merito della Repubblica Italiana e decorato di medaglia d’oro al merito civile. Inoltre, è stato impiegato all’estero nell’ambito della Nato training mission in Afghanistan e della missione Cyrene in Libia.

Nel suo discorso di insediamento ha citato Carlo Levi, ma anche Seneca e José Saramago. "Il futuro ha un cuore attivo - ha detto - e per me è un grande privilegio e spero di essere un tassello in questa volta. Non credo che sia necessario indossare questa meravigliosa uniforme, il carabiniere può essere benissimo non essere il militare dell'Arma ma la coscienza civile di ogni cittadino. Come per credere in Dio non bisogna essere necessariamente un sacerdote, per essere un operatore di giustizia non bisogna indossare una uniforme ma avere coscienza interiore. Questa credo sia la motivazione più forte. Poi la passione è la panacea di ogni sacrificio".

Ha poi raccontato di essere “lontano dalle mie bimbe, dalla mia famiglia e posso sopportare questo peso perché ho una grande passione per questo lavoro e sono sicuro che i carabinieri della legione Piemonte e Valle d'Aosta continueranno in questa attività di salvaguardia delle istituzioni e delle comunità". La lotta alla mafia sarà tra le sue priorità: “Il peccato non è solo attraverso opere e parole, ma anche omissioni. A volte non vedere è peggio che guardare e non parlare o non fare è peggio ancora. il nostro dovere è contrastare criminalità in tutte le sue forme, la macro ma anche quella che affligge il cittadino mentre passeggia per le vie di queste meravigliose città".

Alla cerimonia, a cui hanno partecipato le massime autorità civili e militari torinesi, erano presenti i gonfaloni della Città di Torino, della Città Metropolitana di Torino e della Regione Piemonte, oltre a una rappresentanza dell’Arma in congedo. Erano schierati i contingenti della scuola allievi carabinieri di Torino e dei reparti dell’Arma delle regioni Piemonte e Valle d’Aosta.

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