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Siccità e emergenza idrica, il Piemonte chiede lo stato di calamità naturale per l’agricoltura

Chiesto anche lo stato emergenza per quanto riguarda l'acqua potabile

Nella giornata di giovedì 16 giugno il Presidente della Regione Piemonte ha inviato a Roma la richiesta di stato di calamità naturale per l’agricoltura e anche lo stato emergenza per quanto riguarda l'acqua potabile. Oggi, venerdì 17 giugno, in un incontro è stato fatto il punto della situazione e riferito lo stato delle cose e le prospettive dell'immediato futuro.

"Ho voluto convocare tutti i soggetti coinvolti, le autorità di gestione, i consorzi irrigui, il mondo dell’agricoltura, per fare il punto sulle conseguenze del perdurare della siccità -spiega Alberto Cirio-. Il Piemonte soffre, fin dalla fine del 2021, di una scarsità del tutto anomala di precipitazioni che per il periodo di fine primavera ed inizio estate non hanno permesso la costituzione delle naturali riserve di acqua, rappresentate in primo luogo dai nevai alpini e dalla ricarica delle falde idriche sotterranee. Stiamo monitorando costantemente questa situazione che nell’ultimo periodo si è ulteriormente aggravata a causa del forte aumento delle temperature medie. A pagarne le conseguenze è innanzitutto la nostra agricoltura per questo abbiamo già trasmesso a Roma la richiesta di stato di calamità a sostegno dei nostri agricoltori".

Il Piemonte è in stato di forte sofferenza e molti comuni si sono già attivati per razionare l'acqua soprattutto durante la notte. Si rischia il razionamento per tutta l'estate? "È tutto legato alle previsioni meteorologiche - dice questa mattina Cirio, intervistato da Sky tg24 -. Ma non possiamo aspettare la pioggia sperando, dobbiamo intervenire e quindi il razionamento può essere un'ipotesi, ma soprattutto il sostegno economico a chi oggi rischia davvero di non portare a casa il risultato del proprio lavoro". Il razionamento sarà sempre solo notturno o potrebbe essere anche diurno? "Questo lo voglio escludere e non è un'ipotesi sul tavolo - risponde il presidente della Regione Piemonte -. Al momento si stanno facendo misure in via precauzionale per non arrivare allo stato di emergenza reale e quindi essere costretti a razionamenti durante il giorno, però sono ipotesi da vagliare di giorno in giorno". Oggi la Regione chiederà anche alle grandi aziende, come Iren, di mettere a disposizione dell'agricoltura le riserve d'acqua per salvare il raccolto.  

Acqua per l’agricoltura e per le famiglie  

In Piemonte, al momento, sono oltre 170 i comuni in cui sono state predisposte o si stanno predisponendo ordinanze sull’utilizzo consapevole e il divieto di uso improprio dell’acqua. "Il Piemonte è tutto in emergenza, ma in modo disomogeneo - ha detto Alberto Cirio -. Nelle pianure dove approvvigioniamo con pozzi che pescano da falda bassa, il problema non si è ancora verificato. Dove siamo in grave emergenza è nell’acqua che arriva dalle montagne. Adesso, per l’acqua potabile, nel Torinese si registra la situazione di fine luglio 2021 quindi siamo in anticipo di un mese e mezzo". Nella provincia di Torino sono, ad oggi, circa 80 i comuni che stanno predisponendo l’ordinanza che invita a un utilizzo consapevole e vieta l’utilizzo non abitativo/improprio (per bagnare il giardino o lavare l’auto etc). In 3 comuni, invece, è stato fatto un intervento con l’autobotte per rifornire le cisterne. In Piemonte la situazione meno critica è nell’Astigiano perché preleva al 100% da faglie profonde e non da montagne. Nel Vco e nel Novarese la situazione più critica con 40 ordinanze e 10 comuni che hanno subito un’interruzione notturna del servizio.

"La situazione di gravità assoluta è sul tema agricolo", afferma Cirio. Per contrastare la siccità sono due gli interventi che si possono effettuare: lo svasamento dei bacini idrici (rilascio delle acque), in accordo con le società concessionarie, che darebbero 15-20 giorni di respiro, e la deroga al minimo deflusso vitale dei fiumi, deroga che possono dare le province. Il terzo intervento si potrebbe fare sui grandi laghi, ma è un argomento da trattare con Lombardia e Cantone Ticino per quanto riguarda il lago Maggiore.
 

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