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Emergenza abitativa, il Comune di Torino amplia i fondi e punta a prevenire gli sfratti per morosità

Nasce la 'rete territoriale salvasfratti'

L'emergenza abitativa a Torino, se prima era già un fattore da non prendere sotto gamba, ora si è acuita maggiormente, a causa di un'altra emergenza: quella sanitaria. Il Comune di Torino così di dare il via a una nuova collaborazione e di ampliare uno strumento di cui era già in possesso e che però era poco conosciuto: quello di intercettare preventivamente gli sfratti per morosità, l'emarginazione sociale e tutto ciò che ne consegue. "La Città di Torino - ha detto l'assessora al Welfare, Sonia Schellino - cerca di fare in modo che i propri cittadini non debbano mai passare attraverso l'esperienza dello sfratto. Abbiamo sempre avuto gli strumenti (il Salva Sfratti già dal 2015, ndr), ma erano poco conosciuti. Da qui l'idea di mettere in campo una 'rete territoriale salvasfratti' finalizzata proprio alla prevenzione delle morosità cittadine". 

Più soldi per l'emergenza

Il Comune, il Tribunale di Torino, l'Ordine degli Avvocati, l'Ape (Associazione Proprietà Edilizia), Confedilizia e Uppi (Unione Piccoli Proprietari Immobiliari) faranno quindi, tutti insieme, la loro parte per la diffusione delle informazioni. L'obiettivo inoltre è quello di cercare di sanare i rapporti, spesso conflittuali, tra proprietari e inquilini, cercando di mettere in pari i pagamenti corrispondendo fino al massimo 8mila euro di copertura e rinegoziando i canoni di affitto a cifre più sostenibili. Per questo, la Città mette a disposizione 400mila euro in più, frutto di avanzi dalle risorse degli anni precedenti. 

"Oggi è necessario accelerare questo protocollo, anche alla luce dell'emergenza sanitaria - ha dichiarato la sindaca Chiara Appendino -. Il tema dell'emergenza abitativa è stata sempre una priorità dell'amministrazione e sono state tante le azioni portate avanti in questi anni. Da un lato è necessario costruire gli strumenti a disposizione per risolvere il problema (le case) e dall'altro lavorare su alcuni che già esistono. Oggi soprattutto è importante la 'prevenzione dello sfratto': individuare la fascia grigia di persone che saranno in difficoltà - per l'emergenza sanitaria per esempio - per evitare che cadano in quella fascia in cui la situazione sarà ancora peggiore. Il nostro dunque è un lavoro innovativo - ha concluso -. Disponibilità e attenzione al sociale sono emersi da questo grande sforzo collettivo, da parte di tutti coloro che con noi hanno sottoscritto il documento. Monitoreremo con attenzione l'andamento di questo protocollo". 

Se tra il 2014 e il 2016 a Torino c'era stato un picco di sfratti per morosità, poi c'è stata una stabilizzazione dei numeri. Nel 2020, con la pandemia e il blocco degli sfratti fino al 30 giugno, i numeri sono scesi ma è prevedibile che successivamente a questa data, torneranno di nuovo ad aumentare. E potrebbero farlo fino a raggiungere cifre davvero preoccupanti. 

Uno sforzo collettivo

"Questo strumento - ha detto Marco Ciccarelli, presidente della sezione Sfratti del Tribunale di Torino - nella situazione attuale, offrirà un aiuto importante ai cittadini".

"L'abitazione è un diritto internazionale della persona, formalmente riconosciuto dalla Corte Europea - Barbara Porta, consiglio Ordine degli Avvocati -, non per niente l'housing exclusion è infatti definito uno degli elementi di maggior emarginazione sociale. Per questo abbiamo aderito con forte convinzione a questo progetto. Daremo il più possibile divulgazione al protocollo, con la pubblicazione sul nostro sito istituzionale e sui social, ma diffonderemo anche sul cartaceo nelle aule dei tribunali. Entro la fine di aprile organizzeremo un convegno per divulgare il più possibile questo strumento, in cui crediamo fortemente". 

"Questi strumenti possono risolvere le situazioni di emergenza - ha aggiunto Pier Luigi Amerio, presidente provinciale A.P.E. -  Abbiamo anche molto presente la difficoltà dei proprietari di case: ci sono tanti piccoli proprietari che hanno fatto sacrifici investendo negli alloggi e fanno della quota d'affitto degli inquilini la loro fonte di sostentamento. Venendo a mancare queste entrate, si possono creare nuovi filoni di povertà. Siamo d'accordo sul protocollo e lo pubblicizzeremo presso tutti i nostri associati. Riteniamo che sia giusto, laddove ci sono difficoltà, intervenire e sostenere. Ma bisogna anche lavorare per trovare dei sistemi utili a risolvere i problemi alla radice". 

"Siamo disponibili a tentare nuove soluzioni per risolvere i problemi di emergenza - così è intervenuta Piera Bessi, presidente UPPI - e pensiamo che la poca diffusione e scarsa conoscenza, soprattutto tra gli inquilini, della procedura Salva Sfratti sia una delle problematiche maggiori. La diffusione a tappeto è utile e lo sarà soprattutto nei prossimi mesi, in cui le criticità aumenteranno e anzi diventeranno all'ordine del giorno. Mi auguro che gli sforzi comuni portino benefici per tutti". 

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