La denuncia dei medici, in ospedale sospese le visite specialistiche causa covid: "Ritardi diagnostici gravi"
La Regione ha annunciato modifiche al sistema dell'accreditamento dei privati
"Non possiamo mandare neurologi, oculisti e cardiologi a vaccinare invece che occuparsi dei loro pazienti", a scriverlo al termine di una lettera inviata al presidente della Regione Piemonte, è Chiara Rivetti di Anaao Piemonte. Una missiva chiara attraverso la quale viene denunciata un'emergenza sanitaria che va oltre l'emergenza pandemica.
In Piemonte in diverse aziende ospedaliere sono state sospese le attività chirurgiche, ambulatoriali non urgenti, territoriali e ospedaliere. In sostanza la necessità di accelerare la campagna vaccinale è passata avanti a tutto: "Nonostante i numeri di ricoverati alti ma non ancora allarmanti, gli esami e le visite non urgenti sono state sospese in molti presidi, per coinvolgere i medici ospedalieri nella campagna vaccinale", scrive Chiara Rivetti, "Mentre da un lato si delibera di far lavorare i neolaureati nei Pronto Soccorso, dall’altro si mandano senza remunerazione e in orario di servizio medici specialisti con anni di esperienza negli hub vaccinali, distogliendoli da attività complesse".
Poi Rivetti snocciola i casi: "Nell’ASL TO3 i punti di primo intervento di Giaveno e Venaria sono stati riconvertiti in hub vaccinali per dedicare il personale medico alla campagna vaccinale, l’attività chirurgica d’elezione è sospesa negli Ospedali di Rivoli e Pinerolo, come tutta l’attività ambulatoriale non urgente, territoriale e ospedaliera. Per ri-attivare l’Hub vaccinale del Valentino, la Città della Salute ha deciso di impiegare 25/30 medici dell’eccellenza ospedaliera delle Molinette, ospedale Hub di riferimento per molte patologie ad alta complessità del Piemonte".
Il risultato? "Dunque di nuovo, ad un anno dall’avvio della campagna vaccinale, che si prospetta dover proseguire per chissà quanto, il territorio non si fa carico delle vaccinazioni, che vengono affidate ai medici ospedalieri. Questo significa, semplicemente, un aumento di mortalità negli anni a venire, per ritardi diagnostici di tutte le malattie non Covid: chirurgiche, cardiache, neoplastiche", continua la presidente piemontese di Anaao.
La reazione
Denuncia che arriva quasi in contemporanea con l'annuncio della Regione Piemonte di un potenziamento dell’offerta dell’attività specialistica ambulatoriale. In sostanza la Giunta regionale ha stabilito che le strutture private potranno presentare tra il 15 gennaio e il 15 febbraio 2022 nuove domande di accreditamento al servizio sanitario sulla base delle necessità espresse dalle Asl.
"L’obiettivo", ha spiegato il presidente della Regione Alberto Cirio, "è contribuire alla riduzione delle liste d’attesa recuperando tramite convenzioni con i privati nuovi spazi da dedicare all’attività istituzionale. Oltre ad incrementare l’offerta delle prestazioni si potrà garantire maggior sicurezza nella prevenzione del contagio e contenere la diffusione del Covid”. Inoltre tutti i provvedimenti di accreditamento attualmente in vigore sono stati confermati fino al 31 dicembre 2023.
"La giunta regionale renda nota la percentuale dei medici di base e dei farmacisti che stanno vaccinando. Perché, prima di bloccare gli ospedali, non si chiede uno sforzo maggiore a queste categorie? Perché non si pretende un contributo, sostanziale, dai privati, invece di chiedere loro di fare le visite al posto del pubblico? Perché non si è chiesto nuovamente una mano al personale medico dell’esercito o ai medici in pensione? Bloccare le attività ospedaliere deve essere l’ultimissima ratio. E invece è il modo più facile per coprire gli errori di sottovalutazione e di mancata programmazione di questi mesi", commentano i consiglieri regionali Daniele Valle e Domenico Rossi.