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Sabato, 20 Aprile 2024
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Siccità in Piemonte, il deficit di piogge resta al 70-90%: livello del Po quasi ai minimi storici

Le precipitazioni tra fine marzo e inizio aprile non hanno risolto

Qualche giornata di pioggia tra fine marzo e l'inizio di aprile, sebbene abbia contribuito ad allentare la morsa della siccità in Piemonte, non è stata sufficiente a risolvere il forte deficit idrico di questo inizio dell'anno. I 23 mm medi di precipitazione caduti hanno interrotto a 111 la serie consecutiva di giornate con pioggia inferiore ai 5 mm medi, ovvero il secondo periodo più lungo osservato negli ultimi 65 anni, dopo l'inverno 1999-2000. Questo è quanto dice la relazione Arpa (Agenzia regionale per la protezione ambientale).

Una quantità d'acqua assolutamente insufficiente insomma a compensare il deficit pluviometrico sia di marzo 2022 - circa l’80% alla chiusura del bacino del Po alla confluenza con il Ticino - sia dall’inizio anno dell’anno idrologico, -33.5%. Fatto salvo il recente episodio di maltempo, che ha ridotto il deficit pluviometrico attorno a -30/40% nella parte più meridionale della regione, altrove si registrano ancora valori negativi di precipitazione attorno al 70-90% rispetto alla norma climatica 1991-2020.

Fiumi in sofferenza

"Vedere il Po, il nostro fiume più grande più lungo più bello più caro, scarseggiare di acqua è un colpo alla nostra storia", lo ha detto ieri Mario Draghi, presidente del Consiglio dei Ministri, intervenuto in Sala Rossa per la firma del 'Patto per Torino', annunciando anche interventi ad hoc nel Pnrr. In chiusura del bacino piemontese del Po, all’idrometro di Isola Sant’Antonio, la portata media da inizio anno è sempre rimasta al di sotto o prossima al 1° decile storico e molto vicina ai minimi storici. Se confrontata con gli analoghi dati di anni particolarmente critici, il 2022 è in assoluto l’anno con i valori più bassi.

Ma non è solo il Po a soffrire. Sempre secondo Arpa, anche analizzando l’indice SPI sui 12 mesi la situazione è tutt’altro che rosea, a testimonianza di come l’inverno 2021-2022 sia stato solo la coda di un periodo di scarsità pluviometrica che ormai ci accompagna, quasi senza soluzione di continuità, sin dall’inverno scorso. Sulla scala dei 12 mesi sono i bacini di pianura quelli maggiormente in sofferenza (siccità severa) ma anche il resto del Piemonte è sostanzialmente in condizioni di siccità moderata. Gli unici bacini che mostrano condizioni tecnicamente “nomali”, ovvero Dora Baltea e Orba, sono realtà in situazione molto prossima alla siccità moderata.

Poche precipitazioni a breve e medio termine

Tuttavia, ad oggi, le previsioni meteorologiche a breve e medio termine continuano a mostrare poche precipitazioni significative sulla regione nella prima decade di aprile. Qualche speranza di un cambio di regime meteorologico sembra intravedersi per la seconda decade, anche se l’incertezza nella previsione è comunque significativa in questa porzione dell’anno. Una situazione che comunque va monitorata con attenzione visto che stiamo entrando in uno dei due momenti dell’anno, assieme all’autunno, solitamente più generosi in termini di precipitazione sul Piemonte

Per quanto riguarda il manto nevoso presente sul territorio regionale anche questo denota una situazione deficitaria nonostante le nuove nevicate. Il recente impulso perturbato ha comunque interessato l’intero arco alpino piemontese facendo registrare nevicate fino a bassa quota; i quantitativi maggiori si sono registrati dalla Val Susa alle Alpi Marittime dove si misurano 40-50cm di nuova neve, ad eccezione della conca di Bardonecchia dove sono caduti meno di 10cm; 25-30 cm si sono misurati su Alpi Graie e Alpi Pennine e valori intorno ai 10-15 cm su Alpi Lepontine e Alpi Liguri. Sui versanti soleggiati e in particolare sulla fascia prealpina, la nuova neve si è depositata spesso su suolo nudo.

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