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La cultura piemontese travolta dalla pandemia: nel 2020, oltre 200 milioni di incassi in meno

Uno sguardo al futuro

La pandemia si è abbattuta come uno tsunami sul comparto culturale piemontese. Hanno superato i 200 milioni di euro le entrate in meno registrate nel corso del 2020. Un anno e mezzo di restrizioni che non hanno fatto che acuire la situazione precaria di un comparto che nel 2019 mostrava già sofferenza a causa dei lunghi anni di crisi economica.

L'Osservatorio Culturale del Piemonte ha reso noti i dati del monitoraggio di tutto il 2020 e della prima parte del 2021, con uno sguardo rivolto alla ripartenza e a nuove strategie per affrontare le criticità del settore culturale. 

Il danno economico e gli effetti sull’occupazione

 L’OCP stima una perdita diretta per il comparto culturale in Piemonte di circa 200-220 milioni di euro. Si tratta di una grandezza economica che riguarda solo gli impatti diretti e non il “knock-on effect” e che rappresenta pressappoco la stessa cifra media – tra 230 e 250 milioni – erogata annualmente a sostegno della cultura negli ultimi anni dall’insieme dei finanziatori pubblici e privati.

La stima è frutto dell’analisi congiunta delle informazioni condivise da circa 800 organizzazioni culturali e 150 singoli operatori nel corso di quattro survey online, delle serie storiche sui consumi culturali in Piemonte e dei dati ufficiali messi a disposizione da fonti secondarie (Siae, Agis-Cinetel e Sistan).

I danni economici generati dalla pandemia sul settore culturale si riflettono necessariamente sui lavoratori coinvolti nelle attività: a partire dalle risposte fornite da 276 organizzazioni piemontesi si stima una riduzione complessiva dei lavoratori pari al 16%. Secondo i dati forniti da INPS, guardando al solo settore dello spettacolo, si contano in Piemonte 12.231 lavoratori, il 22% in meno (3.500) rispetto al 2019. 

Il cinema 

Nel 2020 i 104 cinema del Piemonte sono stati chiusi al pubblico per 173 giorni e hanno venduto 2,1 milioni di biglietti, per un incasso complessivo di 12,9 milioni di euro. Un risultato che, rispetto al 2019, segna una riduzione del -72% di incassi e presenza.

Segnali di ripartenza arrivano dal sistema di produzione cinematografica e audiovisiva che in Piemonte, grazie anche all'incremento della dotazione dei fondi europei attivati dalla Regione, al rafforzamento della Rete Regionale degli stakeholders locali e all’attività della Film Commission Piemonte, è stato in grado di ripartire con un certo slancio. Il tutto considerato che nei primi cinque mesi del 2021 sono già state contate 53 settimane di produzione - in tutto il 2019 erano state 65 -  e la domanda di personale qualificato è in continua crescita.

Musei e beni culturali

Nel 2020, i musei e beni culturali del Piemonte sono stati chiusi al pubblico per 137 giorni, a causa delle restrizioni alle attività imposte dalle misure previste per far fronte all’emergenza. Durante il corso dell’anno, i 200 musei piemontesi hanno registrato complessivamente 1,94 milioni di ingressi, poco più di quelli riscontrati nella primavera 2019 nei soli musei di Torino, segnando una flessione del 71% rispetto all’anno precedente. Il dato è in linea con il calo registrato dai musei statali italiani, che nel 2020 hanno perso in media il 75% delle visite.

Spettacolo dal vivo

In Piemonte, l'anno scorso, sono stati realizzati 18,8 mila eventi di spettacolo (tra concerti, teatri, manifestazioni con più generi, ballo), 57 mila in meno rispetto al biennio precedente (-75%) per un totale di 1 milione di biglietti venduti, l’80% in meno (-4 milioni). Questa riduzione ha comportato una contrazione della spesa al botteghino dell’88%, pari a 86 milioni di euro in meno incassati dalle organizzazioni, esclusivamente per la vendita di biglietti.

La crisi del settore interessa tutti i generi di spettacolo, seppur con alcune differenze: l’attività concertistica è quella che più ha risentito della pandemia, con una perdita dell’86% degli spettatori e un crollo della spesa al botteghino pari al 91%; l’attività teatrale segna -67% nel numero di spettacoli realizzati e -78% nella spesa al  botteghino, pari a 16,7 milioni di euro di incassi in meno rispetto al biennio precedente.

Biblioteche civiche

Nel 2020 grazie al digital lending le biblioteche hanno potuto continuare a garantire il servizio di consultazione e prestito, anche durante i lockdown. Nelle biblioteche degli 8 sistemi bibliotecari piemontesi (su 21) in cui è attivo MLOL, nel 2020 gli utenti unici totali sono aumentati del 193% rispetto all’anno precedente, mentre gli accessi al portale on line del 106% con picchi maggiori tra marzo e maggio 2020.

Le vie d'uscita 

Difficile secondo l'Osservatorio Culturale del Piemonte quantificare l'andamento del 2021, tuttavia restano da individuare vie d’uscita praticabili e strategie anche di lungo termine, per uscire dalla situazione che non può dirsi che critica. 

"Diventa necessario trovare altri modi di diffondere i contenuti culturali e di reperire risorse aggiuntive - comunicano dall'Osservatorio - per compensare la diminuzione degli incassi di biglietteria, anche perché è probabile che non vi sia un ritorno completo, in un tempo breve, alle soglie di frequenza ammissibili pre-covid".

Al momento le riaperture impongono delle condizioni non indifferenti. Intanto le misure di contingentamento per arginare la pandemia, anche qualora fossero parzialmente e progressivamente attenuate, almeno sul breve-medio periodo, rendono insostenibili economicamente gran parte delle attività culturali. In secondo luogo il ritorno al pre-pandemia non è un’opzione risolutiva, essendo già manifesti nel 2019 tutti gli elementi di criticità e di insostenibilità economica.

Obiettivo: trasformare il settore

Dunque diventa inevitabile una trasformazione profonda delle istituzioni culturali, che riguarda sia musei e beni, sia spettacolo dal vivo e altre attività, in “editori di prodotti e di servizi culturali” da distribuire in una gamma amplissima di supporti, tra i quali il digitale giocherà un ruolo sicuramente crescente - così come si è verificato già in quest'ultimo anno , senza affatto escludere la presenza dal vivo.

Sarà necessario riconnettere l'offerta culturale in primis con i residenti, con i territori, di vivere appieno la cultura come occasione di socialità, collante delle comunità, luogo di incontro e confronto attorno a una proposta artistica. Sperando che i contingentamenti e le precauzioni non si protraggono all'infinito. 

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