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Siccità, le prime stime di Coldiretti: nel Torinese perso il 50% dei raccolti

Mais, grano tenero e cereali le coltivazioni più colpite

Sono drammatici i primi dati sui raccolti nel Torinese diffusi da Coldiretti. A causa della siccità, è già andato perso il 50% delle produzioni in campo, mentre si attendono i numeri sulle produzioni in vigna, che non lasciano presagire nulla di buono visti i diradamenti eccezionali che i viticoltori stanno effettuando, per salvare almeno una parte della vendemmia.

Le perdite

Nel dettaglio, in tutta la provincia di Torino si segnala una perdita del 30% del grano tenero; il 60% del mais; il 30% degli altri cereali (orzo, avena, triticale); il 60% dei pascoli di montagna; il  60%  dei prati permanenti; il 50% degli erbai a monocoltura (lolietto) e il 50% di erba medica.

Dall’inizio dell’anno è mancato addirittura il 54% delle precipitazioni normali. Mentre sul fronte delle temperature, secondo le elaborazioni della Società Meteorologica Italiana per Coldiretti Torino, con una temperatura media di 27,9 °C a Torino, il mese di luglio 2022 si colloca secondo tra i mesi in assoluto più caldi della serie storica dei rilevamenti iniziata nel 1753, dopo il caso record del luglio 2015 (28,5 °C). 

Battuti tutti i record

Ma l'eccezionalità più rilevante quest'anno è la persistenza delle tante anomalie calde da gennaio a oggi: tanto che, considerando il trimestre maggio-luglio con una media di 24,7 °C viene superato anche l’anno 2003 che pareva inarrivabile (media 24,0 °C). Se si considera, invece, la combinazione caldo-siccità degli ultimi otto mesi (dicembre-luglio) non si era mai vista una situazione simile addirittura in 220 anni di misure parallele di temperatura e precipitazioni a Torino.

"Voglio ricordare – osserva il presidente di Coldiretti Torino, Bruno Mecca Cici – che questi massicci cali di produzione delle materie prime alimentari arrivano mentre c’è carenza di prodotti agricoli in tutto il mondo, mentre la guerra sta imponendo ulteriori restrizioni alla circolazione delle merci e con un aumento folle dei prezzi dell’energia. Una situazione mondiale che è alla base della grande carenza di mangimi e del cortocircuito dei prezzi". 

"Per i nostri agricoltori e soprattutto per i nostri allevatori - conclude - si sta già parlando di vendita dei capi e ridimensionamento delle attività perché non si trova cibo per gli animali. Qualcuno sta ipotizzando addirittura di cessare l’attività agricola. Per l’economia del Torinese si parla di una batosta che non riguarda solo il settore agricolo e il suo indotto, ma tutti i consumatori".

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