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Goethe Institut, il Comune di Torino si muove per evitare la chiusura

Da febbraio una trentina di persone, tra docenti e personale amministrativo, perderanno il lavoro

Il Comune di Torino si muove per salvare il Goethe Institut. Saranno una trentina di persone, tra docenti e personale amministrativo, che dal prossimo 1° febbraio, si troveranno senza lavoro. La sede centrale della scuola, a Monaco di Baviera, infatti, ha disposto la chiusura degli spazi cittadini in piazza San Carlo e l’apertura della procedura di licenziamento collettivo dei dipendenti. Una notizia che era stata preannunciata lo scorso ottobre, in Commissione Cultura, dalla responsabile della sede torinese, Roberta Canu. 

L'attività del Goethe andrà così avanti ufficialmente fino a fine gennaio, poi come nelle sedi di Genova e Trieste, chiuderà i battenti: la crisi ha colpito anche lo storico istituto che per 70 anni, a Torino, ha formato migliaia di persone all'apprendimento della lingua e della cultura tedesca. Resteranno in Italia la sede di Napoli che sarà comunque ridimensionata, quella di Milano, Palermo e Roma. 

Ieri, lunedì 13 novembre, la Sala Rossa ha dunque approvato una mozione sottoscritta dalla presidente della Commissione Cultura Lorenza Patriarca (Pd) che impegna la Giunta di Palazzo civico ad adoperarsi con il governo tedesco per scongiurare la chiusura definitiva della sede sotto la Mole. Il documento invita Palazzo civico a verificare con Regione Piemonte, Camera di Commercio, Unione Industriale, Università e Politecnico di Torino la possibilità di garantire la prosecuzione delle attività culturali, didattiche e formative in altra forma anche a sostegno e tutela del personale attualmente impiegato.

La petizione online su Change.org per scongiurare la chiusura della scuola ha già raccolto 17.910 firme.

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