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Emergenza cinghiali e peste suina, arriva l'esercito. Coldiretti: "Accolta la nostra proposta"

La popolazione di cinghiali si deve ridurre almeno del 50%

Coldiretti Torino esprime il suo apprezzamento per la scelta del governo, con il commissario per l'emergenza Psa, Vincenzo Caputo, di impiegare le forze armate contro i cinghiali che in Italia sono circa 2,3 milioni e oltre a devastare colture e allevamenti, sono causa della diffusione della peste suina. Si tratta di un intervento necessario e urgente per salvaguardare la sicurezza alimentare e ambientale del territorio.

“Una azione che abbiamo chiesto da tempo, insieme ai ristori adeguati per i danni provocati dai cinghiali – spiegano Roberto Moncalvo Presidente di Coldiretti Piemonte e Bruno Rivarossa Delegato Confederale - L’eccessiva presenza degli animali selvatici è una vera e propria emergenza nazionale che incide sulla sicurezza delle persone oltre che sull’economia e sul lavoro, specie nelle zone più svantaggiate. Sollecitiamo il depopolamento con tutte le azioni possibili in Piemonte da diverso tempo, ancora durante l’incontro dello scorso 8 giugno, organizzato con la Consulta suinicola di Coldiretti Piemonte, con il governatore regionale, Alberto Cirio, e il Commissario straordinario, Vincenzo Caputo, abbiamo ribadito 'Meno cinghiali più agricoltura' perché alle nostre imprese agricole serve poter lavorare e riprendere, in condizioni di sicurezza e basso rischio, l’attività di allevamento e macellazione dei suini nelle aree soggette a restrizione".

"Ridurre, infatti, numericamente i cinghiali - concludono gli esponenti di Coldiretti - significa anche rallentare la diffusione della peste suina, azione fondamentale in una regione come il Piemonte dove è a rischio l’intero comparto e la filiera suinicola che conta circa 3 mila aziende, un fatturato di quasi 400 milioni di euro e 1 milione e 200 mila capi destinati, soprattutto, ai circuiti tutelati delle principali Dop italiane per la preparazione della miglior salumeria nazionale, come il prosciutto di Parma e San Daniele”.

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