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Lyubov, la piccola profuga di soli 45 giorni di vita: il suo viaggio di 50 ore per scappare dalle bombe

A salvarla la missione umanitaria di AIEF

Lyubov ha solo un mese e mezzo ed è la più piccola profuga ucraina che verrà ospitata - al momento - nel nostro Paese. Per la precisione troverà dimora a Cavagnolo presso la Comunità Siloe nell'Abbazia Santa Fede. Insieme a lei altri 46 bambini e le loro 12 madri. È questo il carico di speranza che l'associazione AIEF di Torino ha portato indietro dalla sua missione umanitaria ai confini con l'Ucraina. Un'incursione lampo in Polonia per portare beni di prima necessità nei campi profughi, ma soprattutto per portare in salvo chi dalla guerra scappa. 

Come Lyubov la profuga più piccola che a oggi è arrivata in Italia, ma non è l'unica: "È piccolissima ed è talmente coperta che a stento si vedono i suoi lineamenti", racconta Tommaso Varaldo, il presidente di AIEF, quando gli chiedo di descrivermi la piccola, "Insieme a lei ci sono altri tre bambini che hanno meno di 5 mesi: uno ne ha solo due, mentre altri due sono nati a fine 2021. Hanno fatto un viaggio complessivo di oltre 50 ore e Lyubov quando l'ho presa in braccio era avvolta in una tuta spessa di color verde". 

Sono i bambini sopravvissuti alla guerra che sono nati poco prima che cominciassero a piovere le bombe dal cielo. Arrivano dalla regione ucraina della città di Kryvyi Rih, una tra le zone più colpite dai bombardamenti, e per raggiungere Medyka, città polacca al confine con l'Ucraina, hanno dovuto affrontare un viaggio lungo e faticoso durante il quale hanno dovuto viaggiare in treno per oltre 22 ore e poi hanno dovuto continuare in pullman fino in Polonia. 

"I bambini quando siamo arrivati erano molto spaventati", ci racconta Varaldo, "Sono saliti sui nostri pullman senza sapere chi fossimo e dove li avremmo portati. Si sono fidati di chi con noi ha organizzato questo viaggio che sono una deputata ucraina e una ong. Hanno dovuto viaggiare con il treno a luci spente perché altrimenti avrebbero potuto rischiare di essere bombardati". AIEF per poterli portare in Italia ha condotto nei giorni passati un lungo lavoro diplomatico e burocratico che ha portato all'ottenimento di un'autorizzazione ufficiale da parte del governo ucraino e dell’amministrazione militare.  

"Sono famiglie numerose", spiega Varaldo, "Una madre ha sette figli, altre ne hanno quattro o cinque. Hanno dovuto lasciare i mariti o i figli al fronte a combattere. Ci sono due madri che hanno lasciato lì i loro figli di 19 anni. C'è una professoressa universitaria di economia, una di musica, una commessa. Hanno lasciato tutto per scappare da casa".

Qui in Italia troveranno un primo rifugio a Cavagnolo: "Con la Protezione Civile abbiamo individuato questa struttura di 70 posti per cui tutti potranno essere ospitati lì. Ha anche delle stanze abbastanza grosse e dunque le mamme con i bimbi potranno stare tutti nella stessa stanza. Poi in questi giorni dovranno riposarsi, ma il passaggio successivo sarà quello di aiutarli a fare una vita normale a cominciare dall'insegnare loro l'italiano". Così, dopo 50 ore di viaggio, Lyubov e gli altri 46 bambini potranno finalmente dormire avvolti tra le lenzuola di un letto caldo. 

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