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Cascina Torta è pronta a ospitare i bambini ucraini, ma arriva il no del Pd: "E' un ritorno agli orfanotrofi"

Ed è polemica

Cascina Torta a Torino, la struttura ristrutturata dalla cooperativa L'angolo, potrà accogliere fino a 150 persone. E potrebbe essere destinata anche all'ospitalità dei bambini e ragazzi non accompagnati, fuggiti dalla guerra in Ucraina. L'edificio in Strada del Drosso è a due piani, con stanze a uno o due letti e la possibilità di creare anche una cucina autonoma: sul posto saranno presenti un medico, un infermiere di origini ucraine e una guardia notturna.

"Nascerà quindi una sinergia fra la Regione e queste realtà - ha spiegato l'assessore ai Bambini della Regione Piemonte, Chiara Caucino in visita al sito  - e, non appena sbrigate le pratiche necessarie, siamo pronti a ospitare subito una quarantina di minori con 8 operatori. Il nostro obiettivo è rendere questa realtà, già eccellente, ancora più confacente alle esigenze del benessere dei minori".
Tuttavia, a questo proposito, è già nata la polemica. 

Monica Canalis, vice segretaria del Pd Piemonte e consigliera regionale e Vincenzo Camarda, presidente Commissione sanità e servizi sociali del Comune di Torino, hanno chiesto all'assessore Caucino di "garantire sul lungo periodo accoglienze a misura di bambino". "Ci preme sottolineare - hanno dichiarato in una nota - che la normativa regionale, statale ed europea non consente accoglienze di 120-150 minori nella stessa struttura. Si tratterebbe di un ritorno agli orfanotrofi, che in Europa abbiamo per fortuna consegnato alla storia. Dimensioni così grandi non sono adatte ad un’accoglienza per minori".

La grande struttura di Cascina Torta situata tra Torino e Beinasco dunque, puà essere utilizzata solo per una prima accoglienza temporanea. "Si può comprendere che per motivi logistici - concludono -, legati alla scarsa presenza di operatori di lingua ucraina, sia necessario accogliere temporaneamente gruppi di alcune decine di minori senza dividerli, ma è urgente garantire la programmazione di un’accoglienza in strutture più adeguate e a misura di bambino, di massimo 12 minori, che siano premessa di un rientro in patria".

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