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Psicologia, addio al corso di laurea a Torino

Dopo la bocciatura del Tar al numero chiuso, la decisione clamorosa

Dopo la sentenza dei giudici del Tar del 6 giugno contro il test di accesso, il Consiglio di Dipartimento di Scienze e Tecniche psicologiche di Torino ha deciso di non attivare, per l'anno accademico 2018-2019, il corso di laurea triennale di Psicologia, uno dei primi in italia. Una decisione clamorosa che al momento è stata rimandata alla seduta del prossimo cda del 26 giugno ma che molto probabilmente, in quella sede, verrà ufficializzata.

In seguito al ricorso promosso dall'Udu - Unione degli Universitari - lo scorso novembre, il Tar del Lazio ha ritenuto illegittimo il numero chiuso, in quanto non in possesso dei requisiti indicati dalla legge per l'attivazione del numero programmato locale. "Ma non possiamo essere ottimisti - ha dichiarato Valeria Sartori, coordinatrice dell'Udu -, apprendiamo infatti che dalle discussioni emerse oggi che non vi è la volontà di trovare soluzioni per reperire all’interno del bilancio tutte quelle risorse necessarie per attuare un corso a libero accesso, seppur il Rettore Ajani abbia assunto l’impegno di portare all’attenzione nazionale e ministeriale il problema dell’UniTo".

Ogni anno il corso triennale di Psicologia immatricola 400 studenti tra i circa 2400 che si contendono i pochi posti disponibili ma la situazione di aule e personale è al limite. Senza il numero chiuso le domande di immatricolazione aumenterebbero ancora e la situazione allora diventerebbe davvero insostenibile: al momento sono 61 i docenti impiegati, ne servirebbero almeno altri 100: "Mancano spazi e docenti affinchè la qualità del corso intrapreso dagli studenti sia garantita - ha dichiarato Alessandro Zennaro, direttore del dipartimento -, io sono contrario al numero chiuso ma paradossalmente, se non sarà più possibile attivarlo, meglio chiudere: è una questione di numeri".

   

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