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Zona gialla, a Torino casi di bus e tram troppo carichi in centro. Sul 70 polemica tra sindacati e azienda

La protesta degli autisti

Nella giornata di ieri, domenica 13 dicembre 2020, oltre al caos di veicoli che ha provocato rallentamenti in particolare in direzione del centro di Torino, diverse linee bus e tram hanno riportato problemi di sovraffollamento, mentre i protocolli per evitare la diffusione del virus prevedono una capienza massima del 50%. Dalle segnalazioni che abbiamo ricevuto questo è successo con certezza a bordo del tram 4 e del bus 11. Per quanto riguarda i mezzi che passano per il centro città, invece, secondo Gtt ieri si sono riscontrati carichi medi compresi fra il 30% e il 50%. "C'è un problema di percezione - dicono ancora dall'azienda - che non è trascurabile".

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Il caso del bus 70, con polemica tra Faisa-Cisal e Gtt

Un caso a parte riguarda invece la linea bus 70, che percorre la collina. Il sindacato Faisa-Cisal segnala il battibecco avuto da uno degli autisti, Andrea Forneris, dipendente della Canova che gestisce la linea, con la centrale di Gtt. "Quando l'autista ha raggiunto la capienza massima consentita, ottemperando a quanto previsto dall'azienda e da Gtt, ha avvisato mediante l'apparecchiatura di bordo inviando il messaggio 'persone a terra', ma, complice l'assenza di segnale nella zona collinare e la mancata risposta della centrale operativa, ha saltato alcune fermate come previsto anche dai cartelli affissi sul pullman avvisando appena possibile il responsabile della Ca.Nova che ha chiamato il Sis (la centrale operativa Gtt, ndr), che invece ha detto che invece non si sarebbero dovute saltare le fermate e l'autista avrebbe dovuto fare salire tutti". 

Secondo Forneris "quanto accaduto  pone in evidenza quanto già segnalato fin dall'inizio della pandemia in merito ai posti sui pullman alle responsabilità, ma la frase detta all'autista potrebbe creare un serio problema di salute e sicurezza sia per l'autista che per i passeggeri. L'autista si è sentito dire di caricare o meglio incarrozzare anche se raggiunta la capienza massima e poi avvisare la centrale operativa che avrebbe fornito istruzioni. Tutto questo è illogico: c'è un decreto ministeriale ben preciso in materia e una volta fatti salire oltre a violarlo come può l'autista dire ai passeggeri di scendere perché il pullman è troppo pieno. Il problema è istituzionale e morale: come può l'autista non ubbidire ad un ordine della centrale operativa e allo stesso tempo non violare il decreto del governo? Obbligarlo a caricare più persone del consentito non solo mette in pericolo la sua salute ma anche quella dei passeggeri. Inoltre, in caso di un controllo da parte delle forze dell'ordine su chi ricadrebbe la responsabilità?". Su tutto questo la Faisa-Cisal ha chiesto chiarimenti a Gtt.

Dall'azienda dei trasporti, riguardo la vicenda del bus 70, secondo Gtt la segnalazione è "senza riferimenti oggettivi - dicono dall'azienda -. L'autista ha avuto la percezione di avere tante persone a bordo, ma, quando è stato sentito dalla nostra centrale Sis, ha detto che i passeggeri erano tutti seduti più alcuni in piedi. Quel mezzo, però ha un limite di 38 persone, 11 sedute e 27 in piedi. Sentito il quadro della situazione, l'operatore ha valutato che il mezzo poteva proseguire sulla base di dati oggettivi, non opinabili".

Sulla vicenda interviene anche la Fast tramite la RSU della centrale operativa, Salvatore Sblando: "È possibile che il collega a bordo del bus si sia trovato in difficoltà - dice - però dall'altra parte c'era un altro lavoratore che, come lui, non ha alcun tipo di autorità per decidere chi può salire e chi non può (ed eventualmente chi deve scendere in caso di sovraccarico) dal mezzo pubblico. Fortunatamente, casi del genere sono pochissimi e normalmente si riescono tutti a risolvere senza intervento delle forze dell'ordine. La realtà è che probabilmente chi ha scritto questo decreto non è mai salito su un mezzo pubblico, perché si capisce che non si rende conto delle situazioni che possono venirsi a creare".

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