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Parco Dora, i vandali non demordono: il letto del fiume è un 'cimitero' di bici danneggiate

Alcuni testimoni: "Sono stati gli adolescenti"

Ad agosto i torinesi vanno in vacanza, ma evidentemente non i vandali. Già perchè, come già accaduto in diversi episodi, nel fiume Dora, nel tratto tra corso Umbria e via Livorno, c'è un vero e proprio cimitero di biciclette in sharing e carrelli della spesa. 'Carcasse' di mezzi a noleggio - prevalentemente le bici rosse di Mobike - prima danneggiati pesantemente, resi del tutto inutilizzabili e poi gettati senza pietà nell'acqua; idem i carrelli dei vicini supermercati, IperCoop, Gigante e Lidl, allontanati dalle loro sedi, utilizzati probabilmente per giochi stupidi, presi a colpi e buttati nel fiume. Questo fa chiaramente comprendere come le compagnie di bike sharing attive a Torino - stanche di tamponare i danni e di rimetterci denaro, siano tentate - e lo abbiano anche già fatto (il colosso asiatico GoBee.bike nel 2018, ndr) - di alzare i tacchi e portare i loro servizi altrove. 

"E' vergognoso che nel 2021 esista ancora gente che si comporta in questo modo - commentano alcuni cittadini, i più assidui frequentatori di Parco Dora, che si snoda proprio lungo il fiume -: una situazione che si verifica ormai da anni e che non va migliorando. Il letto del fiume è pieno di resti di mezzi a noleggio e prima o poi ci finiranno anche i monopattini". E diversi testimoni possono affermare che dietro a questi atti vandalici, spesso, ci sono gli adolescenti, colti più volte sul fatto. 

"Li ho visti con i miei occhi - racconta uno di loro -. Era sera, attorno alla mezzanotte e portavo a spasso il cane. Due ragazzini, di circa 15 anni, prendevano a colpi con massi di pietra (staccati dai muretti appena realizzati nel lotto nuovo del parco, ndr) alcuni monopattini lasciati dagli utenti sul ponte di via Livorno. Una violenza e un'aggressività che lasciano interdetti e sono difficili da spiegare se non si è assistito alla scena". Continua l'uomo: "I due si sono allontanati di 50 metri quando mi hanno visto. Sono stato un po' sul posto per farli demordere, ma come mi sono diretto verso casa, è facile che siano tornati 'alla carica'. Ero tentato di dir loro qualcosa, ma confesso che quella rabbiosità mi ha spaventato e le forze dell'ordine non sarebbero comunque arrivate in tempo a sorprenderli". Un quadro triste che non fa onore alla città e ai suoi abitanti.

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