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L’impresa dei 'Parkinsonauti' parte da Torino: fino a Venezia in bicicletta per combattere il Parkinson grazie allo sport

650 km in 8 tappe

Partenza da Torino e arrivo in bicicletta a Venezia. Sono 650 km in bicicletta e verranno affrontati con uno scopo preciso: quello di combattere la Malattia di Parkinson grazie allo sport. A portare a termine questa grande impresa saranno 23 Parkinsonauti. Sono pazienti Parkinson che grazie alla bicicletta hanno trovato il piacere di vivere nonostante la malattia.

“Ci piace definirci Parkinsonauti perché, come gli astronauti, esploriamo il mondo senza arrenderci alle difficoltà e affrontiamo la malattia ogni giorno continuando a vivere una vita attiva e ricca di significato - spiega Stefano Ghidotti, presidente dell’Associazione Parkinson&Sport. Il Parkinson è una malattia difficile da accettare, soprattutto quando insorge in giovane età, portando con sé disagi e isolamento. Lo scopo della Bike riding è testimoniare che con il Parkinson si può convivere senza rinunciare alle proprie passioni, e che lo sport è una potente medicina che migliora il decorso della malattia e il benessere psicofisico, e insegna a condividere la vita con gli altri”.

L’associazione ha obiettivi ambiziosi. Nei prossimi 3 anni vogliono coprire tutta l’ Italia, da nord a sud, da est a ovest e un’isola. Nel 2020 i Parkinsonauti hanno percorso l’Italia da Pavia a Roma lungo la via Francigena, in 9 giorni e 17 tappe per 790 km e un totale di 12000 metri di dislivello.

“Quest'anno continueremo il nostro viaggio in bicicletta attraverso l’Italia e le sue magnifiche città, percorrendo la Ciclovia VenTo – spiegano sul sito dell'Associazione.  Da Torino otto tappe in bicicletta, da Torino a Venezia, lungo la Ciclovia VenTo, per sensibilizzare sulla  malattia di Parkinson e sull’importanza dello sport per combattere la difficoltà di movimento e uscire dall’isolamento.

Il Parkinson è una malattia neurologica degenerativa cronica, causata dalla morte dei neuroni che producono la dopamina, il neurotrasmettitore che consente il controllo dei movimenti, provocando limitazione nei movimenti, rigidità muscolare, tremore a riposo, compromissione dell’equilibrio. Si tratta di una malattia difficile da accettare, soprattutto quando colpisce in giovane età, portando con sè disagi e isolamento.

Proprio per questo la Bike riding vuole testimoniare come si possa convivere senza rinunciare alle proprie passioni e come lo sport sia una potente medicina che migliora il decorso della malattia e il benessere psicofisico, e insegna a condividere la vita con gli altri.

“La malattia colpisce circa l’1% della popolazione al di sopra dei 65 anni. In Italia si stimano circa 300.000 pazienti, con età d’esordio intorno ai 60 anni, anche se sono sempre più frequenti i casi diagnosticati nella popolazione giovanile – dichiara il neurologo Dott. Antonio Pisani, Responsabile del Movement Disorder Research Center di Fondazione Mondino IRCCS. Ad oggi non esiste una cura specifica, ma è possibile agire sui sintomi motori con farmaci che mirano a sostituire la carenza di dopamina a livello cerebrale. È ormai accertato che l’attività fisica sia un supporto indispensabile alla terapia farmacologica, in quanto promuove il rilascio di dopamina endogena e facilita i processi di plasticità sinaptica cerebrale adattativi, fondamentali per il buon compenso motorio”.

Gli appassionati possono pedalare con loro a ogni tappa facendosi trovare 15 minuti prima dell'orario indicato. Per unirsi al gruppo basta inviare una mail a: info@parkinsonsport.com  

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