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Sanità, medico di base e assistenza socio-sanitaria anche ai senza fissa dimora

In attesa dell'approvazione definitiva

I senza fissa dimora in Piemonte potranno avere assistenza socio-sanitaria. Il provvedimento riguarderà 3500 persone su territorio regionale. La commissione Sanità, riunita in sede legislativa e presieduta da Alessandro Stecco, ha infatti approvato all’unanimità l’articolato della proposta di legge presentata dal primo firmatario Marco Grimaldi (Luv).

Per l’approvazione finale, il testo deve passare ora all’esame della commissione Bilancio per la norma finanziaria e tornare in commissione Sanità per la conferma definitiva.

Una situazione diventata emergenza 

La complessa situazione socio-economica acuita dall’emergenza covid ha determinato negli ultimi anni un aumento del disagio sociale, maggiormente concentrato nelle metropoli. Nella sola città di Torino nel corso di un decennio le richieste di ospitalità sono più che raddoppiate, oltrepassando i 2mila accessi: le richieste all’ambulatorio sociosanitario R. Gamba sono triplicate raggiungendo le 1.500 persone accolte.

Dunque un provvedimento di questo genere permetterà alle persone senza fissa dimora di godere di un sostegno sanitario e sociale: un percorso virtuoso per la Regione volto a includere, curare e farsi carico anche di chi si trova in queste condizioni estreme

Medico di base e Lea

Il provvedimento recepisce alcune modifiche dello stesso Grimaldi e dell’assessore alla Sanità, Luigi Icardi, e riconosce ai senza fissa dimora, privi di qualsiasi assistenza, la possibilità di iscriversi nelle liste delle Asl, di scegliere il medico di medicina generale e accedere alle prestazioni garantite dai Livelli essenziali di assistenza (Lea).

L’inserimento nelle liste avverrà su segnalazione dei servizi sociali, secondo modalità che verranno definite dalla Giunta regionale, fermo restando la possibilità di accedere a seguito dell’iscrizione all’anagrafe della popolazione residente di un comune della Regione. 

La permanenza nelle liste avrà durata annuale e sarà rinnovata di anno in anno in seguito alla verifica, da parte dei servizi sanitari e sociali competenti, dell’effettiva presenza della persona sul territorio comunale.

La Giunta regionale – inoltre – presenterà ogni tre anni alla commissione Sanità e al Comitato per la qualità della normazione una relazione sull’applicazione della legge.

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