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Lunedì, 25 Settembre 2023
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Argentero: “Moncalieri è una bomboniera, i Murazzi erano un’orgia di divertimento a qualsiasi livello”

L'attore racconta le sue origini e il suo orgoglio torinese su Rai 2

Un grande orgoglio per la sua torinesità e un vero e proprio tuffo nel passato. Luca Argentero, lo scorso martedì, 17 maggio,  è stato ospite della puntata di “Ti sento” di Pierluigi Diaco,  il programma in seconda serata di Rai 2, con cui il giornalista grazie ai suoni entra nel mondo interiore degli ospiti.

Argentero, accolto con una clip che ha ripercorso la sua carriera e aveva come sottofondo “Tutti i miei sbagli” dei Subsonica, durante la trasmissione, ha mostrato grande orgoglio verso la sua torinesità e ha raccontato le sue origini: un tuffo nel passato.

Luca Argentero: "Moncalieri è una bomboniera"

“Da Turin a Moncalè anche j'aso a van a pè”, ha detto divertito l’attore, citando un antico proverbio piemontese “Da Torino a Moncalieri anche gli asini vanno a piedi”, nel senso che le due città sono vicine.

“Non sono un grande parlatore di piemontese, è una lingua complessa – ha detto l’attore torinese che interpreta ‘Doc’ - Il piemontese lo capisco grazie ai nonni, che per fortuna ho avuto fino ai vent’anni e quindi un po’ lo capisco”.

Su invito del conduttore, Argentero ha poi fatto un regalo al pubblico di tutta Italia, descrivendo così Moncalieri: “È una bomboniera,  una piccola cittadina confinante con il comune di Torino, da cui per arrivare nel centro di Moncalieri servono dieci minuti di macchina".

"Si apre una bellissima piazzetta nel centro storico, dove c'è la chiesa di Santa Maria Novella, dove tutti noi moncalieresi, tutti quelli che sono cresciuti a Moncalieri hanno vissuto i loro grandi eventi, la comunione, i primi matrimoni, è un punto di ritrovo. Moncalieri è sovrastata dal castello di Moncalieri, che è una caserma storica dei carabinieri, è un bellissimo castello che si vede fin dall’autostrada, quando tu arrivi da Savona o da Genova vedi il castello di Moncalieri che si staglia sulla collina. Poi si sviluppa la parte in basso e la parte più bella è quella che occupa tutta la collina e la precollina torinese. Io ho avuto la fortuna di avere una famiglia di costruttori, che hanno costruito una bellissima casa nella collina."

Argentero: "Sono il risultato della torinesità del Dopoguerra"

Argentero, nato il 12 aprile del 1978 da Guido Argentero e Agata Bonanno, casalinga d'origine siciliana, si descrive così: “Io sono il risultato della torinesità del Dopoguerra. C’erano i ragazzotti siciliani con la valigia di cartone che arrivavano a Torino per iniziare a lavorare in FIAT e c’erano queste figlie siciliane bellissime che lavoravano, crescevano, facevano figli e c’erano queste ragazze bellissime, completamente siciliane che irretivano i giovanotti della collina torinese, benestanti, borghesi, perché Torino aveva questa dicotomia come tutte le grandi città del Nord."

"Io sono l'unione di famiglia borghese torinese e famiglia operaia siciliana. Relazioni molto difficili all'inizio, molto contrastate. Ma secondo me passare una domenica a casa dei nonni con la servitù con i camerieri che ti servono a casa e la domenica dopo nelle case popolari 15 nipoti con le polpette al sugo mi hanno aiutato molto nella vita, perchè io sto bene alla sagra della porchetta o al chioschino o paninaro lungo i Murazzi alle 5 del mattino e alla cena di gala in smoking, io sono perfettamente a mio agio.”

Argentero, i Murazzi: "Chiunque viveva lungo il fiume"

Parlando di quando faceva il barman e il resident dj ai Murazzi, Argentero ricorda: "I Murazzi sono una cosa che non esiste più, sono stati un momento storico della città molto particolare. Il loro apice è stato '98-2002, in quei 3-4 anni erano non solo il centro della città, ma erano a mio avviso, a livello culturale, di movimento creativo, a livello giovanile, erano l’epicentro d’Italia, quello che era stata Bologna negli anni ’80-’90 lo era Torino in quel momento."

"I Murazzi sono questa bellissima passeggiata lungo le rive del Po ed era un susseguirsi di locali costruiti in posti più o meno a norma, io non so cosa ci fosse a norma in quel periodo (ride, ndr) e una serie infinita di locali con tantissimi generi di musica con musica dal vivo, gruppi giovani che suonavano, discoteche vere e proprie, piccoli club che aprivano alle 5 del mattino e tiravano fino a mezzogiorno del giorno dopo. Un’orgia di divertimento a qualsiasi livello. E per un ragazzo che in quel momento aveva 20 anni a Torino erano il posto dove stare e io facevo il barman e quando non lavoravo comunque ci andavo. Chiunque in quel momento in città viveva lungo il fiume.Lì è nata la mia passione per la musica elettronica e ancora adesso mi piace andare a ballare."

Argentero: "Mia figlia Nina?Nulla sarebbe arrivato senza Cristina"

Argentero nella parte conclusiva di "Ti sento" si è espresso anche sulla recente paternità e su quanto la sua vita sia cambiata con la nascita della figlia Nina: "Sono pazzo di mia figlia, quando impazzisce per il trenino, il ciuf-ciuf. Adesso è in quell'età meravigliosa in cui comincia a essere interattiva. Inizi veramente a capire quello che vuole, quello che le fa piacere e quello che non le fa piacere."

"Mia figlia è figlia di quella benedizione che è mia moglie. L'incontro con Cristina è stata la mia svolta ideale nella mia evoluzione come essere umano. Ci siamo innamorati sotto quella palma (stavano girando “Vacanze ai Caraibi). È stato davvero un amore a prima vista. Abbiamo costruito il risultato del nostro amore e questo risultato di questa costruzione Nina. Ma nulla di quanto di positivo ho costruito nella mia vita sarebbe arrivato senza Cristina”.

Qui trovate il link per poter vedere la puntata integrale su Raiplay  

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