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Violenza contro le donne, l'appello ai media: "Gli abusi e i femminicidi vanno raccontati correttamente"

Un "bombardamento" di mail ha invaso le caselle di posta delle redazioni di Torino

Oggi 25 novembre, Giornata internazionale contro la violenza maschile sulle donne e contro le violenze di genere, le redazioni di giornali, radio e siti web di tutta Italia, e anche di Torino e del Piemonte, sono state "bombardate" da un numero infinito di mail, da parte di mogli, fidanzate, mamme, cittadine. Donne che chiedono ai media che parlano di femminicidi, abusi e violenze, di utilizzare un linguaggio adeguato: un modo di raccontare che non infierisca ulteriormente sulle vittime, che non usi toni "romanzati" e che non legittimi in qualche modo la brutalità dei carnefici.  Le mail che hanno inondato le caselle di posta delle redazioni hanno tutte un oggetto diverso, ma propongono lo stesso testo:

"La vostra redazione è sotto attacco! - si legge - Questo è un attacco costruito dal basso e diretto a tutte quelle persone e istituzioni che sfruttano il loro ruolo per veicolare notizie e narrazioni  che legittimano le violenze di genere, con un modo di fare giornalismo che colpisce sempre noi donne, ci ferisce e ci uccide una seconda volta. Da sempre femminicidi, stupri, abusi, episodi di diffusione non consensuale di immagini, vengono romanticizzati e narrati con toni di finta tragicità. Questa spettacolarizzazione normalizza la violenza che subiamo ogni giorno, rende protagonista chi abusa e uccide descrivendolo con toni affettuosi - come "il gigante buono", il manager di successo", "il padre amorevole", "il brav’uomo ferito" - e dipinge come colpevole – perché "troppo ubriaca", "troppo provocante" o perché "decisa a interrompere una relazione" - chi la subisce".

"Serve un cambiamento strutturale"

La lettera va avanti: "La narrazione dei femmicidi come “dramma familiare” o “raptus di gelosia” giustifica la violenza, riducendola ad un fenomeno episodico. Le parole dei giornali costruiscono delle attenuanti e hanno delle ricadute enormi nel modo in cui viene percepita la violenza maschile sulle donne in un Paese in cui una donna ogni tre giorni viene uccisa per mano di un uomo. Finché non vi smarcherete da questo modo di fare giornalismo, sarete voi, in prima persona, i complici della cultura dello stupro e della violenza che combattiamo ogni giorno. Oggi siete sotto attacco perché vogliamo rispedire questa narrazione tossica e violenta al mittente. Vogliamo dire 'basta, noi non ci stiamo', e puntiamo il dito pubblicamente contro di voi!"

"Vogliamo un mondo libero dalla violenza maschile e di genere - si legge ancora fra le righe - . Vogliamo un cambiamento strutturale che non può prescindere da un’informazione che non supporti e non occulti la matrice culturale della violenza, che non protegga lo stupratore, che non legittimi il femminicida e che non dipinga come colpevole chi subisce violenza. Vogliamo un’informazione che sia piattaforma di denuncia e non di legittimazione della violenza". E nel testo si fa riferimento al Manifesto di Venezia delle giornaliste e dei giornalisti per il rispetto e la parità di genere dell'informazione, di cui si condividono i "10 punti ritenuti prioritari per la costruzione di un’informazione responsabile e consapevole del fenomeno della violenza di genere". Da qui la conclusione: " Ve lo invieremo allo sfinimento fino a quando non deciderete di applicarlo! Questo è solo l'inizio!".

L'appello a narrare in modo corretto di Fnsi, Cnog, associazione Giulia Giornaliste e Usigrai

Un'iniziativa quella del bombardamento di mail che è nata probabilmente in seguito all'appello, di una decina di giorni fa, a giornalisti e giornaliste da parte delle Commissioni Pari Opportunità di Fnsi, Cnog, l'associazione Giulia Giornaliste e l'Usigrai. Da qui arriva anche l'elaborazione del Manifesto di Venezia. Con un esplicito invito a non giustificare gli assassini, a non far ricadere sulle donne la responsabilità della loro morte: a raccontare i fatti in modo corretto. A firmare lettera Mimma Caligaris (presidente Cpo Fnsi), Paola Dalle Molle (coordinatrice Cpo Cnog), Silvia Garambois (presidente GiULiA giornaliste) e Monica Pietrangeli (coordinatrice CPO Usigrai).


 

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