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Giovedì, 25 Aprile 2024
Attualità Novalesa

Doppia importante ricorrenza per l’Abbazia della Novalesa fondata 1297 anni fa e che si può visitare

Il cinquantenario dell'acquisto del monastero benedettino da parte della Città metropolitana e il ritorno della vita monastica

L'Abbazia della Novalesa ha 1.297 anni di storia alle spalle, con l’ultimo decennio caratterizzato da una serie di lavori e progetti per il recupero culturale, storico, architettonico e spirituale del complesso. Nel 2023 l’Abbazia della Novalesa celebra una doppia importante ricorrenza: festeggia il 50° anniversario dell’acquisizione dell’Abbazia da parte della Città metropolitana (prima Provincia di Torino) e il ritorno della vita monastica.

L'abbazia di Novalesa, fondata nel 726 dal patrizio franco Abbone e dedicata ai Santi Pietro e Andrea, venne acquistata ormai fatiscente dalla Provincia di Torino nel 1972 e l’anno dopo fu affidata nuovamente ai monaci: una piccola comunità benedettina proveniente da San Giorgio di Venezia vi si reinsediò nel mese di luglio del 1973. Da allora è tornata a rifiorire la vita di un tempo: le campane scandiscono di nuovo le ore di preghiera, di lavoro, di lectio divina, del servizio. Da circa un anno tra le mura secolari del monastero dei Santi Pietro e Andrea di Novalesa si sta vivendo qualcosa di nuovo: monaci di diverse comunità (Novalesa, Rhêmes-Notre-Dame, En Calcat e qualche monaco di passaggio) assicurano non solo la custodia del monumento storico, ma anche una vita monastica grazie alla comunione tra fratelli di diversa provenienza.

Il monastero conserva ancora oggi quella che doveva essere la planimetria originaria: un chiostro centrale, fiancheggiato sul lato nord dalla chiesa e sugli altri lati dagli ambienti necessari al funzionamento della comunità. Nella chiesa, costruita nel XVIII secolo sulle fondamenta di un preesistente edificio di culto di epoca tardo-romana, sono ancora visibili degli affreschi risalenti a più di mille anni fa, come la “lapidazione di Santo Stefano”. Nei pressi del monastero, all’interno del recinto murario si possono ammirare quattro cappelle. Quella di Sant’Eldrado conserva i suggestivi affreschi di età romanica dedicati alla vita del santo.

Possibilità di visite contemplative e visite turistiche

"L’obiettivo degli interventi degli anni scorsi è stato quello di localizzare all'interno del complesso funzioni diverse: dalla residenza dei monaci alle attività legate al libro, dall'ospitalità dei visitatori alla realizzazione di spazi museali. Novalesa è il luogo ideale per ritemprare corpo e spirito, per dedicare un po’ di tempo alla meditazione e alla riflessione, alternando momenti di relax a momenti turistici e culturali. Il tutto è reso possibile dalla cortese accoglienza dei monaci, i quali perseguono tuttora nella loro vita quotidiana il motto “Ora et labora”. La chiesa e le cappelle di San Salvatore e Sant’Eldrado si possono ammirare durante le visite turistiche e le visite contemplative, i cui orari e modalità di svolgimento sono dettagliati su sito dell’Abbazia", spiegano dalla Città metropolitana.

L’evento lunedì 30 gennaio

Il 50° anniversario dell’acquisizione dell’Abbazia della Novalesa da parte della Provincia di Torino sarà celebrato lunedì 30 gennaio alle 16 nella chiesa abbaziale alla presenza dell’arcivescovo di Torino Roberto Repole, che presiederà il rito dei Vespri. Saranno presenti gli ultimi tre presidenti in ordine di tempo della Provincia di Torino, Luigi Sergio Ricca, Mercedes Bresso e Antonio Saitta, l’ex Assessore provinciale alla cultura, Valter Giuliano, che seguì l’allestimento del Museo archeologico, la Consulta degli ex consiglieri provinciali insieme agli attuali amministratori della Città metropolitana di Torino, a cominciare dal Vicesindaco metropolitano Jacopo Suppo.

49 anni fa il ritorno dei monaci

Nel 1973 la Provincia scelse di affidare l’Abbazia alla Congregazione Benedettina Sublacense, con una convenzione della durata di 29 anni, che fu siglata ufficialmente nel 1974 e rinnovata nel 2006. La prima convenzione consentì di procedere ai restauri e alla valorizzazione del complesso. Di particolare rilevanza il restauro di antichissimi volumi da parte dei Benedettini. La nuova convenzione consolidò il rapporto tra la Provincia e l'ordine religioso, che si adopera per diffondere la conoscenza dell'antichissima tradizione spirituale, culturale e sociale dell'Abbazia. La convenzione ha previsto che sia la comunità religiosa, in quanto custode del complesso novalicense, a segnalare le necessità di intervento per le opere di manutenzione ordinaria e straordinaria di tutti i locali, dei mobili e del parco circostante. Il programma di recupero portato a termine all’inizio del nuovo millennio, è stato incentrato sulla riorganizzazione degli spazi necessari per la vita della comunità dei monaci e per le relazioni con l'esterno, a cui la comunità stessa si è aperta negli ultimi anni. 
 

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