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Il dramma dell’ex capitano della Juve: "Un maglione per nascondere la mia malattia"

Gianluca Vialli parla della sua lotta contro il cancro

Gianluca Vialli, il capitano bianconero della formazione che ha vinto l'ultima Champions League, per la prima volta parla della sua battaglia contro il cancro. L'ex calciatore spiega a Aldo Cazzullo sul Corriere della Sera: "Ora sto bene, ma non ho ancora la certezza di come finirà la partita”. 

"Avrei fatto volentieri a meno del cancro. Ma non è stato possibile. Allora l’ho considerato semplicemente una fase della mia vita che andava vissuta con coraggio e dalla quale imparare qualcosa". 

Così l’ex attaccante di Sampdoria e Juventus, ma anche della nazionale azzurra, oggi 54enne, racconta per la prima volta al Corriere della Sera, in un'intervista ad Aldo Cazzullo, la malattia che ha dovuto affrontare e superare. "Giravo con un maglione sotto la camicia, perché gli altri non si accorgessero di nulla, per essere ancora il Vialli che conoscevano. Poi ho deciso di raccontare la mia storia e metterla nel libro", spiega ancora l’ex centravanti che ha giocato nella Sampdoria prima e con la Juventus e il Chelsea poi.

Il volume, dal titolo "Goals. 98 storie + 1 per affrontare le sfide più difficili", è uscito per Mondadori ed è una raccolta di frasi motivazionali, intervallate da storie di grandi sportivi, scritto per "aiutare le persone a trovare la strada giusta". Tra i mantra scelti anche molti che l’ex calciatore e poi opinionista Sky appuntava sui post-it gialli durante la malattia, come: "Noi siamo il prodotto dei nostri pensieri".

Vialli ha raccontato nei dettagli i diversi step per la guarigione. Prima l’intervento, poi otto mesi di chemioterapia, infine sei settimane di radioterapia. Dalle cure è passato ormai un anno e Vialli al Corriere dice di star "bene, anzi benissimo" e di essere "tornato ad avere un fisico bestiale, ma non ho ancora la certezza di come finirà la partita".

Ora che il peggio è passato vuole che la sua storia sia di aiuto anche agli altri ed è proprio per questo motivo che l'ha inserita nel libro: "La vita è fatta per il 10 per cento di quel che ci succede, e per il 90 per cento di come lo affrontiamo – conclude –. Spero che la mia storia possa servire a ispirare le persone che si trovano all’incrocio determinante della vita". 
 

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