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Insultata perché transgender, medita di abbandonare Venaria. Il sindaco: "Se va via, abbiamo perso tutti"

Oggi l'incontro a Palazzo Civico con sindaco e assessore alle Pari Opportunità

"Se Naomi andrà via da Venaria avrò perso io. Ma avrà perso anche Venaria Reale. E, credo, un po' tutti noi che non siamo stati in grado di proteggerla".

Fabio Giulivi, primo cittadino della Reale, non usa mezze frasi nel raccontare la vicenda di Naomi Shines, 20enne venariese transgender, che poche settimane fa, sotto un post del sindaco, ha esternato tutte le sue preoccupazioni.

Perchè ogni giorno, Naomi, uscendo di casa, deve combattere chi la giudica, chi la denigra, chi la insulta. Parole pesanti che, spesso e volentieri, vengono proferite da ragazzini. Ma non manca qualche adulto.

Dopo quel post era avvenuto un primo incontro conoscitivo con il sindaco, durante il quale aveva raccontato la sua vita e il suo percorso di affermazione di genere. "E in quella circostanza mi aveva confermato come stesse pensando di lasciare Venaria per rifarsi una vita più serena altrove dove, non sapendo del suo passato, nessuno potesse giudicarla ma soprattutto insultarla - continua Giulivi - Questo per me, da sindaco, è un insuccesso- Perchè vorrei che le persone venissero a vivere nella nostra città. Ogni venariese che decide di andarsene rappresenta una sconfitta, soprattutto quando le motivazioni sono queste".

Il consiglio comunale, proprio lunedì sera, ha approvato all’unanimità due mozioni che vanno nella direzione di far diventare Venaria una città dei diritti: una, proposta dalla maggioranza, che impegna il sindaco a tutelare tutte le persone contro le discriminazioni, con l’impegno di potenziare e diffondere il servizio "Una stanza per te" nelle stanze della polizia locale e dei carabinieri. L’altra, proposta dalle forze di opposizione, ha fatto entrare Venaria nel progetto Re.a.dy, rete antidiscriminazione alla quale aderiscono tante municipalità oltre a Regione e Città Metropolitana.

Questa mattina, un secondo incontro, alla presenza anche dell'assessore alle Pari Opportunità, Paola Marchese, per raccontarle gli sviluppi e le iniziative che in queste settimane sono state portate avanti dopo quanto denunciato.

"Naomi ha 20 anni, potrebbe essere una sorella, una figlia o una nipote di ognuno di noi. Naomi deve vivere la vita e non sentirsi prigioniera di etichette. Ognuno a Venaria deve essere libero di poter vivere la propria vita al meglio delle proprie possibilità. Liberi dal gioco molto italico delle etichette. Qui non ci saranno mai cittadini di serie A o di serie B. E lo dice un sindaco che non ha mai nascosto il suo essere un cattolico praticante a guida di un'amministrazione di centrodestra. I cultori delle etichette saranno spiazzati, lo so, ma se non proviamo a fare passi in avanti continueremo nella guerra quotidiana degli stereotipi".

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