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Dopo anni di rinvii, la "shopville del futuro" di Caselle non verrà realizzata

Si pensa ad una struttura alternativa

Da "opera rivoluzionaria, innovativa, futuristica" a "opera da ripensare totalmente".

Si potrebbe riassumere così il futuro dell'area che avrebbe dovuto ospitare il "Caselle Open Mall", la mega shopville a cielo aperto nelle vicinanze dell’aeroporto di Torino-Caselle, nelle ormai famose "Aree Ata". 

Avrebbe, perché ora è tutto in fase di discussione. La Aedes Siiq, infatti, ha inviato una lettera all'attuale sindaco, Luca Baracco, nella quale rende nota la volontà di rinunciare ai titoli edilizi per realizare l'opera. 

Opera che, a quest'ora, sarebbe dovuta essere ad un passo dalla conclusione, visto che l'ultimo cronoprogramma la dava terminata entro la fine del 2023. Invece, lo scorso 6 maggio 2022, ecco la retromarcia con una spiegazione: "in attesa di una ridefinizione e aggiornamento del progetto".

Un progetto che non riguarderà più la shopville da114mila metri quadri, con 230 negozi, 83.900 metri quadri dedicati al retail, 18.700 metri quadri dedicati all'intrattenimento per ogni genere d'età e l'approdo a Caselle di National Geographic, 9.400 metri quadri dedicati alla ristorazione, 2mila metri quadri per i servizi, 8mila posti auto e 2.500 metri quadri per un supermercato.

Dopo 18 anni di annunci spaziali, ricorsi, carte bollate, crisi economica e pandemia, ecco la fine del "sogno". Per la gioia dei tanti casellesi ambientalisti che si erano schierati, dalla prima ora, contro questa opera faraonica. 

Ma cosa accadrà adesso? Al momento non c'è nulla di sicuro. La voce è che Aedes Siiq stia pensando ad un polo logistico, mettendo per sempre fine al progetto originario, ormai fuori mercato, vista la crisi del settore retail.

"Prendiamo atto della comunicazione di Aedes Siiq con rammarico e dispiacere - commenta il sindaco Luca Baracco - ma è anche il segnale di grande responsabilità da parte della società. Si tratta in realtà di un congelamento del progetto per meglio attualizzarlo, vista la crisi del settore retail e, al contempo, la crisi economica e la pandemia. Il rallentamento di questi anni ha fatto il resto. La società, nella nota diffusa, parla di “rivisitazione del possibile diverso utilizzo commerciale delle aree in coerenza con i trend del mercato immobiliare", facendo così intendere come lo sviluppo di queste aree non si sia fermato ma richieda una nuova progettazione, più contestualizzata. La futura amministrazione comunale dovrà proseguire nel dialogo con la società, per un progetto che risponda in toto alle esigenze attuali e che tuteli l'interesse pubblico e che porti ad una importante ricaduta, occupazionale ed economica, per il territorio".

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