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Prelievi di sangue ai defunti morti in casa e destinati alla cremazione

Esperimento in due Asl

Un prelievo di sangue, da parte di un medico specializzato, ai defunti morti in casa e destinati alla cremazione.

E' quanto faranno in fase sperimentale, le Asl di Torino e To4 (Ivrea, Chivasso, Cirié). Il prelievo sarà archiviato per eventuali successive indagini della magistratura e per altri scopi.

Una pratica prevista dalla legge e che a breve giro di posta sarà estesa a tutte le Asl piemontesi. 

Il campione ematico dovrà essere conservato per dieci anni presso l'obitorio di riferimento e sarà a disposizione delle autorità competenti.  In un secondo momento, questa prassi sarà estesa anche alle persone morte nelle strutture ospedaliere.

A renderlo noto è stato l’assessore Giovanna Pentenero per conto dell’assessore alla Sanità, Antonio Saitta, rispondendo ad una interrogazione del consigliere regionale Andrea Tronzano (Fi) che chiedeva lumi su questa sperimentazione e sugli eventuali costi, con la Pentenero che ha ribadito la gratuità del prelievo.

“La normativa – ha chiarito l’assessora – prevede l’obbligo per il medico necroscopo, in caso di cremazione, di raccogliere da cadavere, conservandolo per un periodo minimo di dieci anni, campioni di liquidi biologici e annessi cutanei per eventuali indagini, individuando un sistema di raccolta e conservazione dei campioni finalizzata ai parametri di sostenibilità della procedura. Nella fase sperimentale, si è stabilito di attivare le procedure presso le Asl Città di Torino e To4, conclusa la quale ogni azienda dovrà uniformarsi non prevedendo alcuna tariffa specifica. A sperimentazione conclusa sarà fornita ampia comunicazione ai cittadini attraverso i Comuni e sui siti di Regione e Asl”.

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